Più si guarda il Premio Città di Roma e più si rimane ammaliati da ciò che esso rappresenta. In quelle 5 semplici linee, frutto di un’intuizione artistica che è stata trasformata in espressione materiale, non c’è solo la raffigurazione dell’Anfiteatro Flavio, il simbolo della Capitale e della civiltà, ma vengono trasportati nello scorrere inesorabile del tempo anche la fides, la maiestas, la pietas, la virtus e la gravitas del mos maiorum.
5 sole linee, dal 2015, anno in cui OPES ha istituito il Premio, congiungono il passato con il presente, la tradizione con la contemporaneità e le suddette 5 virtù con le qualità morali che devono avere le donne e gli uomini di oggi per fare del bene o generare valore all’interno della loro comunità.
Ma la bellezza dell’opera d’arte realizzata da Leandro Lottici non si cela soltanto sua forma iconica, bensì la si ritrova anche nella materia scelta. Il metallo utilizzato, infatti, ha un grandissimo pregio: riflette la storia e i valori di Roma e di chi afferra tra le sue mani il Premio. Quell’oggetto diventa così un ponte tra ciò che è stato fatto per guadagnarselo e ciò che si dovrà realizzare in futuro per non tradire la fiducia acquisita. È impegno quotidiano e responsabilità. È ambizione e costanza. È onore ed onere. Soprattutto, un privilegio.
Il Premio Città di Roma, 5 valori antichi e 10 protagonisti
Lo scorso 16 aprile, all’interno del Salone d’Onore del CONI, il Premio Città di Roma ha espresso la maiestas di due uomini come Daniele Sinibaldi, sindaco di Rieti, e Alessandro Cochi, uomo di sport che dallo scorso 12 aprile è al servizio degli sportivi laziali ricoprendo il ruolo di Presidente del Comitato regionale del CONI Lazio.
Ha pure mostrato la grandezza di due donne, come il Viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci e la Presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli, che rappresentano e difendono gli interessi dei cittadini nelle più alti sedi istituzionali. Ma ha pure esaltato la gravitas, il senso del dovere e l’approccio strategico al mondo della finanza applicato allo sport, sempre all’insegna dell’inclusione e della sostenibilità, di Antonella Baldino. A queste tre donne ai vertici delle istituzioni abbiamo dedicato un ritratto speciale [clicca qui per leggere l’articolo].
Molti la conoscono come una talent di Dazn per quanto riguarda la spiegazione degli episodi VAR. In pochi, però, conoscono la sua virtus, il suo valore, la sua forza nel rompere le barriere, nell’abbattere gli ostacoli e i pregiudizi e nel tracciare sentieri inesplorati. Manuela Nicolosi, per quello che fatto nella sua vita e per quello che continua a realizzare oggi, ha strameritato l’undicesima edizione del Premio Città di Roma. La sua storia, fonte di valore e di ispirazione, l’ha raccontata in un’intervista a risorse.news [clicca qui per leggere l’intervista].
Se la virtus l’abbiamo ritrovata anche nel percorso accademico del Master in Diritto e Sport dell’Università La Sapienza di Roma, la fides, intesa come fiducia, è stata appannaggio di Arianna Sacripante. La sua storia è collegata in maniera indissolubile a quella del progetto Filippide e a Giorgio Minisini, quattro volte Campione del Mondo di nuoto artistico. Arianna e Giorgio sono gli artefici di un progetto sportivo che ha una parola d’ordine: inclusione [clicca qui per vedere il servizio sulla giornata del 5 aprile, quando al Tre Fontane di Roma si è disputata la World Cup di nuoto artistico misto ed inclusivo].
Con le loro esibizioni, dimostrano come persone con diverse proabilità possono fare sport assieme. Eventi come questi meritano di essere seguiti e raccontati. Ma anche, come accaduto lo scorso 16 aprile nella Casa dello Sport italiano, valorizzati e celebrati. Noi di risorse vi forniamo un piccolo reportage sui Campionati del Mondo di nuoto artistico misto ed inclusivo tutto da vedere ed ascoltare attentamente.
Infine, la pietas, intesa come la capacità di prendersi cura degli altri in un mondo pieno di diseguaglianze. Degni rappresentanti di questa virtù ad aver ricevuto il Premio sono stati l’associazione Salvamamme e la Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport. Con Daniele Pasquini, presidente della Fondazione, abbiamo approfondito il connubio tra sport e vita cristiana ed affrontato il tema dell’educazione allo sport.