“I giovani in formazione crescano come persone e cittadini responsabili”, intervista a Enrico Maria Borrelli

Lo scorso 30 aprile, la Sala Laudato Sì del Campidoglio ha fatto da cornice alla presentazione del volume “Giovani, competenze trasversali, occupabilità. Costruire esperienze, tirocini e transizioni di qualità”

L’evento ha rappresentato l’occasione per rendere noti gli esiti della ricerca condotta nell’ambito di YoUniverCity, il progetto ideato dalla Fondazione Amesci e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’iniziativa, nata con lo scopo di offrire ai giovani italiani (18-28 anni) un percorso formativo innovativo e inclusivo, ha visto la partecipazione di tutti coloro che hanno contribuito allo studio, culminando nella divulgazione dei risultati sull’influenza di esperienze di apprendimento non formale, come il Servizio Civile, sulle competenze e sull’occupabilità giovanile.

Servizio Civile: Bisognerebbe sicuramente promuoverlo un po’, ma occorre avere un accompagnamento istituzionale”

Enrico Maria Borrelli, presidente della Fondazione Amesci, intervenendo ai microfoni di risorse.news, ha evidenziato come il Servizio Civile sia ancora “conosciuto in parte, nonostante siano 50 anni che abbiamo questa esperienza in Italia”. Ha poi suggerito strategie per accrescere la conoscenza di tale realtà tra le nuove generazioni, sottolineando la necessità di una maggiore promozione e, soprattutto, di un sostegno istituzionale, con una comunicazione promossa direttamente dallo Stato.

Borrelli ha insistito sull’importanza di una promozione statale, definendo il Servizio Civile un “istituto della Repubblica”. Tale azione rappresenterebbe, a suo parere, un incoraggiamento e un riconoscimento verso i giovani che scelgono questa esperienza, paragonandola alla vecchia leva obbligatoria e offrendo loro la possibilità, per un anno, di “indossare i panni dello Stato“. Questo implica “non essere semplici cittadini, e quindi fruitori di servizi, ma persone con la responsabilità di offrire servizi e in un qualche modo accompagnamento e assistenza alle persone e ai bisogni dei cittadini”.

Il ruolo cruciale del Terzo Settore nell’avvicinare i giovani al lavoro

La ricerca, supervisionata da un Comitato Tecnico Scientifico composto da rappresentati di Inapp, Sviluppo Lavoro Italia e dell’Università Federico II di Napoli, ha mirato a definire un modello innovativo di tirocinio universitario che coinvolgesse attivamente gli Enti del Terzo Settore e le istituzioni pubbliche.

In questo contesto, abbiamo chiesto a Borrelli che ruolo svolge il Terzo Settore nell’avvicinare i giovani al mondo del lavoro; ha chiarito che la missione primaria del TS risiede nel “ricucire legami sociali, preoccuparsi dei territori, del progresso, della cultura, dell’ambiente.” Ha espresso il timore che questo settore possa assumere compiti più propri del mondo dell’istruzione, della formazione professionale o del lavoro in senso stretto.

Volontariato: “Una palestra di competenze per l’occupabilità”

Il numero uno di Amesci ha comunque riconosciuto al volontariato del Terzo Settore un “valore formativo e un potenziale per l’occupabilità”. Offre ai giovani l’opportunità di inserirsi in un ambiente di lavoro, collaborare, responsabilizzarsi e condividere obiettivi in team. Evidenziando la natura collettiva del mondo del lavoro, ha sottolineato come il volontariato prepari i giovani a lavorare in gruppo e a condividere un percorso, rappresentando una preziosa palestra di competenze relazionali e operative che facilita l’ingresso nel mondo professionale, pur non sostituendo i tradizionali percorsi formativi.

Enrico Maria Borelli con il volume “Giovani, competenze trasversali, occupabilità. Costruire esperienze, tirocini e transizioni di qualità”
Enrico Maria Borelli con il volume “Giovani, competenze trasversali, occupabilità. Costruire esperienze, tirocini e transizioni di qualità” (foto scattata da Claudia Lombardo, volontaria del Servizio Civile)

YoUniverCity: Un Modello Resiliente che Supera le Difficoltà del Periodo Pandemico

Il progetto, della durata di 18 mesi (2020-2022), ha saputo affrontare le sfide di un momento storico complesso come l’emergenza del COVID 19. Tale difficoltà è stata superata con successo attraverso lo sviluppo di 163 laboratori realizzati in 19 regioni italiane, coinvolgendo 226 enti, 2027 giovani studenti (di cui 1979 hanno completato l’intero percorso) e 748 tutor di supporto.

Le attività dei diversi laboratori hanno toccato svariati ambiti, tra cui educazione e promozione culturale (80), assistenza (45), patrimonio artistico e culturale (19), protezione civile (11) e patrimonio ambientale (8).

Strumenti Innovativi per Guidare i Giovani nel Mondo del Lavoro

YoUniverCity si è affermata come un ambiente dedicato alla creazione di strumenti innovativi. Analisi approfondite, autovalutazioni mirate, monitoraggi costanti e un tutoraggio efficace convergono per delineare un percorso ricco di indicazioni preziose. L’obiettivo primario è accompagnare i giovani nel superamento degli ostacoli che incontrano nell’affacciarsi alla complessa realtà professionale.

Secondo il presidente di AMESCI, uno dei problemi più significativi per i giovani è la mancanza di un adeguato orientamento al mondo del lavoro: “probabilmente la narrazione che se n’è fatta fino ad oggi non li ha aiutati a comprendere sia che tipo di percorso fare rispetto a quelle che sono le loro aspirazioni di un progetto di vita”.

Un ulteriore elemento di criticità risiede nella preparazione all’ingresso nel mercato del lavoro. Dopo gli studi, ragazze e ragazzi si trovano spesso di fronte a una realtà che valorizza le competenze pratiche – “ciò che sai fare” – rispetto alla conoscenza teorica – “ciò che sai“. Questa diversità evidenzia la necessità di un approccio formativo che integri sapere e saper fare, preparando concretamente i giovani alle dinamiche del mondo professionale.

 

Foto Copertina realizzata da Claudia Lombardo, volontaria del Servizio Civile

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