Lo scorso 5 giungo, presso la sede romana dell’Associazione Libera, si è tenuto un evento significativo incentrato sul ruolo del Terzo Settore nella definizione del prossimo piano triennale del Servizio Civile. Stiamo parlando di “Giovani, pace, cittadinanza. Il contributo del Terzo Settore al piano triennale del Servizio Civile“.
L’iniziativa, frutto della collaborazione tra il Forum Terzo Settore e la CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile), ha offerto una preziosa occasione di confronto e dibattito.
L’incontro è stato arricchito dalla presentazione del XXIII Rapporto Annuale della CNESC, che ha analizzato i progetti completati nel 2024, e da uno studio del Forum Terzo Settore sulla partecipazione delle proprie organizzazioni affiliate al Servizio Civile. La discussione ha ruotato attorno a tre temi principali: la promozione della pace, il coinvolgimento dei giovani nell’impegno civico e la valorizzazione delle competenze acquisite.
Su questi contenuti si sono basate le proposte congiunte illustrate da Laura Massoli (direttrice dell’Ufficio per il Servizio Civile), Enrico Maria Borelli (Presidente del Forum Nazionale Servizio Civile), Vanessa Pallucchi, (portavoce del Forum Terzo Settore), Laura Milani, (Presidente della CNESC) e altresì da Filippo Salone (Fondazione Prioritalia e Consulta ASviS) e Francesco Vignarca (Coordinatore Campagne per la Rete Pace e Disarmo).
Tali proposte sono destinate a confluire nel prossimo piano triennale del Servizio Civile Universale (SCU) 2026-2028, che il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, emanerà entro dicembre 2025.
Il pensiero su pace, giovani e cittadinanza di Borrelli e Massoli
Il futuro dei giovani, la costruzione della pace e il senso di cittadinanza sono stati i temi centrali del confronto che ha visto protagonisti Enrico Maria Borrelli e Laura Massoli.
“Oggi i giovani sono il tema più attuale, la preoccupazione che più brucia tutti noi è la preoccupazione del futuro” ha detto Borrelli, evidenziando come questi tre pilastri siano “molto belli e fanno la bellezza della società: la pace la rende bella e i giovani la rendono giovane e sentirci cittadini in un qualche modo con un nostro ruolo nella società, tutto sommato ci fa sentire anche bene nel contesto in cui viviamo“. Il Servizio Civile Universale, in questa prospettiva, si configura come una politica pubblica che incarna e promuove questi valori fondamentali.

Laura Massoli ha ripreso il concetto di pace, definendo il Servizio Civile una vera e propria “scuola di pace perché ci educa alla convivenza,” e un “presidio di pace fondamentale”. Nonostante la pace sia un valore intrinseco all’esperienza del SCU, emerge una riflessione: solo il 4,5% dei volontari del bando 2022 l’ha indicata come motivazione principale nella scelta del servizio, un dato che, secondo Massoli, “deve farci riflettere.”
Il divario tra i valori fondanti e la consapevolezza iniziale dei giovani non è un ostacolo, poiché è “nell’esperienza pratica che si vanno a popolare e qualificare i valori che sono connotati al tema della pace“. La direttrice dell’Ufficio Servizio Civile Universale ha altresì sottolineato l’importanza di rafforzare la percezione del SCU come esperienza unica, ancorata ai temi dell’educazione alla pace, alla cittadinanza e all’impegno civico.
Il Report CNESC e la Ricerca FTS tracciano il profilo di un’esperienza in evoluzione
Dopo le riflessioni su pace, giovani e cittadinanza, il dibattito sul Servizio Civile si è arricchito con gli approfondimenti di Mauro Perotti, tesoriere della CNESC, e Licio Palazzini del Tavolo Servizio Civile del Forum del Terzo Settore.
Mauro Perotti ha presentato il XXIII Rapporto Annuale CNESC, che evidenzia un “network in crescita”: 31 organizzazioni socie, oltre 18.000 sedi in Italia e oltre 1.700 all’estero. Il CNESC investe quasi 134 milioni di euro e impiega oltre 13.500 risorse umane per uno SCU che promuove non violenza, pace, cittadinanza attiva, integrazione e formazione.
Nonostante il bando 2022 abbia offerto un numero record di posizioni (71.550), è emersa la necessità di incentivare la partecipazione giovanile, spesso frenata da un senso di sfiducia. Per questo, è stata lanciata altresì la campagna “Quanto vale il futuro?” per stabilizzare le risorse e promuovere l’inserimento degli operatori volontari.
Licio Palazzini ha successivamente condiviso i risultati di una ricerca del Forum del Terzo Settore sulle ragioni della partecipazione al Servizio Civile Universale e il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Dalle risposte di 49 organizzazioni associate, viene fuori che gli Enti del Forum rappresentano circa il 44% delle realtà di accoglienza e il 33% delle sedi accreditate. Le motivazioni principali per la partecipazione sono l’orientamento ai giovani, l’impegno civico, la promozione dei valori costituzionali e l’attuazione di politiche pubbliche.
A questo punto, viene spontaneo il riferimento agli obiettivi dell’Agenda 2030 più perseguiti, che includono salute e benessere, istruzione di qualità, riduzione delle disuguaglianze e comunità sostenibili. Le parole chiave usate per comunicare con i giovani, come “crescita, opportunità, formazione, esperienza e partecipazione attiva“, sottolineano il duplice valore, individuale e sociale, dell’esperienza.
Le testimonianze dei ragazzi del Servizio Civile
“Occorre una cittadinanza ad alta intensità“. Francesco Spagnolo ha citato le parole del Presidente della Repubblica e ha invitato i ragazzi del Servizio Civile a salire sul palco, chiedendo loro cosa pensassero dell’esperienza di volontariato e, in particolare, della loro partecipazione alla cittadinanza attiva.
Gaia Spasari, volontaria dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), è stata la prima a raccontare della sua esperienza. Ha parlato di “indifferenza” su determinati temi, contrapponendo la parola individualità che diventa, poi, unità, società, nella quale ogni individuo fa la sua parte per produrre dei risultati, dando attenzione e aiuto anche a categorie di minoranza.
I concetti di aiuto e solidarietà sono stati ripresi anche da Chiara Starita, volontaria in Perù per AUCI- FOCSIV (Associazione Universitaria per la Cooperazione Internazionale), che ha descritto il suo anno in Perù, dove insieme ad altri volontari ha aiutato molte famiglie nella periferia di Lima. È stata “un’esperienza stupenda” che l’ha fatta crescere e l’ha fatta riflettere sul proprio cambiamento, per cui ha affermato che è necessario “comprendere i problemi degli altri e farli propri”.
Sara Mengoni, volontaria di OPES aps, ha riferito della sua evoluzione dal punto di vista umano e professionale. La sua partecipazione agli eventi, ai progetti organizzati dall’Ente, ha determinato un enorme cambiamento. Infine, Antonello Careddu, rappresentante nazionale degli operatori volontari, ha ripreso la parola “indifferenza”.
È per questa indifferenza che ha voluto intraprendere la scelta del Servizio Civile: “Il Servizio Civile come medicina contro l’indifferenza”. Inoltre, ha sottolineato la condizione dei giovani e della società, come Chiara Starita, partendo dall’indifferenza, constatando perciò una “società è sempre più egoista”.
Careddu ha riconosciuto nei volontari la solidarietà e la capacità di superare le barriere dettate dell’indifferenza. Quindi, ha concluso affermando che l’esperienza del Servizio Civile ha determinato in lui una crescita personale che lo ha portato a dare un contributo concreto alla società di oggi.

“SCU: non solo volontariato, ma laboratorio di crescita e strumento contro la precarietà giovanile”, le parole della portavoce del Forum del Terzo Settore
Infine, l’intervento di Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore, che ha approfondito i tre temi centrali della giornata e il valore del Servizio Civile in relazione alle politiche giovanili. Intervistata da Risorse.news, ha poi anche sottolineato il ruolo cruciale del Servizio Civile Universale (SCU) come strumento efficace per contrastare la precarietà giovanile e promuovere l’innovazione nel Terzo Settore.
“Sicuramente oggi tutti noi abbiamo bisogno di punti di riferimento” ha affermato, evidenziando come nel servizio civile “i giovani trovino sia un assetto valoriale di prospettiva che li guida verso sostenibilità, inclusione e crescita collettiva. Inoltre, ha aggiunto di come il SCU offre loro “una comunità dove con gli altri si provano a fare processi autentici di cambiamento.”
Per il Terzo Settore, composto da associazioni che vivono di volontariato e di base sociale, riuscire a coinvolgere le giovani generazioni è una sfida complessa. Spesso mancano il linguaggio e gli strumenti adeguati per aggregare i ragazzi. In questo contesto, il Servizio Civile rappresenta “una grande opportunità per poter dialogare con una dimensione di ascolto e una dimensione anche paritaria alle giovani generazioni.” Per il Forum, è un “laboratorio di interscambio generazionale strategico.”

Riguardo al futuro Piano Triennale dello SCU, la portavoce del FTS ha evidenziato tre fattori chiave: orientamento, emancipazione e Costituzione. L’orientamento è cruciale per i giovani, un processo a tutto campo che li aiuti a sviluppare “un atto di autocoscienza di che cosa si è, di che cosa si sa fare, di che cosa si vuole.” La parola emancipazione è fondamentale, poiché indica un “percorso migliorativo,” a differenza di un semplice cambiamento che può avere anche connotazioni negative.
Infine, la Costituzione, insieme all’Agenda 2030, deve essere la “piattaforma valoriale dentro la quale come cittadini ci riconosciamo“. Pur riconoscendo l’interdipendenza di questi concetti, Pallucchi ha proposto una gerarchia: l’emancipazione al primo posto, seguita dalla Costituzione e dall’orientamento, riflettendo una gradualità nel modo in cui possono essere appresi ed elaborati.
Articolo redatto da Matilde Carducci e Matteo Perito,
volontari del Servizio Civile per OPES aps