A distanza di sei anni qualcosa si muove. Nel 2019, l’Italia, con l’adesione all’obiettivo dell’OMS su “La promozione della salute a scuola e nei servizi educativi per la prima infanzia”, si impegnava ad introdurre la psicologia nelle scuole con l’intento di arginare la dispersione scolastica e il preoccupante aumento di episodi di bullismo e cyberbullismo.
I dati, del resto, parlavano e parlano chiaro. Se nel 2021/2022 (dati ISTAT) 15 ragazzi su 100 residenti nel Meridione decidevano di abbandonare il loro percorso di studi (dati ISTAT 2021/2022), nello stesso periodo il fenomeno del bullismo – compresa la sua declinazione virtuale o tramite dispositivi tecnologici – non conosceva battute d’arresto, tanto al nord quanto al sud. La fotografia scattata nel 2022 dall’Health Behaviour in School-aged rivelava che le vittime di violenza fisica, verbale o psicologica di età compresa tra gli 11 e i 15 anni risiedevano soprattutto in Campania (10,8% dei casi riguardavano il cyberbullismo), nelle province autonome di Trento (10,7%) e Bolzano (10,6%) e in Veneto (9,8%).
Nel 2023, la curva degli episodi di cyberbullismo si è appiattita, ma nel 2024, come riportato dallo studio del Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc), è stato riscontrato un aumento del 47% di tale fenomeno, considerando un campione di un milione di studenti tra i 15- 19 anni.
Simili numeri hanno indotto alcune regioni italiane alla riflessione e ad accelerare l’introduzione obbligatoria del servizio di psicologia scolastica, come già avviene in Danimarca, Portogallo, Svezia, Germania e Francia o negli Stati Uniti, il primo Paese ad introdurlo (1948).
Il Servizio di Psicologia Scolastica in Italia. La rivincita del Sud: la Calabria prima regione in tutta la Penisola
“Discutiamo Insieme-lo psicologo a scuola” è il nome del progetto pilota che partirà a settembre 2025 nelle scuole della Calabria. Finanziato con 9 milioni di euro dall’Unione europea, tramite il PNRR, renderà il Servizio di Psicologia Scolastica obbligatorio. La Calabria, insomma, ribalta le gerarchie e compie un grande passo avanti. A differenza di altre Regioni, la presenza dello psicologo, che dovrà possedere competenze specifiche per operare all’interno degli Istituti scolastici, coprirà tutto il territorio regionale.
Il programma prevede 43 psicologi scolastici in 285 scuole medie e superiori. I professionisti saranno a disposizione dei ragazzi, delle famiglie e dei docenti per almeno 3 anni. Un altro aspetto importante è che durante la sospensione dell’attività scolastica, lo psicologo sarà disponibile altresì presso le Asp di riferimento a tutti i pazienti che ne faranno richiesta.
Alcune regioni hanno provato ad anticipare la Calabria. In Abruzzo, ad esempio, il servizio di consulenza e interventi di prevenzione per studenti è ancora in fase di attuazione e organizzazione. La Regione Piemonte, invece, ha stanziato 600mila euro, coinvolgendo 455 istituti di primo e secondo grado.
Nel 2024, le Marche hanno lanciato un progetto biennale con Leggi Regionali n. 23/2021 e 32/2018. Il Servizio di Psicologia Scolastica, sovvenzionato con un milione di euro, prevede la presenza dello psicologo negli istituti scolastici di primo e secondo grado, pubbliche e paritarie. Lo specialista sarà presente per un massimo di 24 mesi, lavorando ad un progetto con temi che riguardano il bullismo, il cyberbullismo, il sexting, la cyberpedofilia e la dispersione scolastica, migliorando la vita scolastica. Questo piano non si occuperà solo dei ragazzi, ma anche del rapporto tra famiglia e scuola, aiutando la scuola nelle funzioni educative.
Gli Psychologue de l’Éducation Nationale, gli Schulpsychologen, gli Schoolpsychologen e gli Psicológos escolares
In altri paesi UE, lo psicologo scolastico opera all’interno delle scuole da molto tempo e in alcuni anche dalla metà del ‘900. Nel 1946, in Francia si avviò il piano della riforma dell’istruzione, il piano Langevin-Wallon, in cui gli psicologi venivano riconosciuti all’interno del sistema scolastico. Gli PsyEN, Psychologue de l’Éducation Nationale, sono oggi assunti direttamente dal Ministero dell’Istruzione.
In Germania l’inserimento degli psicologi, schulpsychologen, varia a seconda degli stati federali (Land), poiché non in tutti i Land è obbligatorio il Servizio di Psicologia Scolastica nelle scuole. Da molti anni campagne promozionali e di lotta politica cercano di rendere nazionale tale servizio, ma le regioni intervengono in modo diverso: negli stati del Baden-Württemberg, della Baviera e del Saarland esistono servizi di psicologia scolastica comunale; in altri stati, invece, tali servizi hanno carattere statale e municipale.
In Portogallo il Servizio di Psicologia Scolastica (gli psicológos escolares) è stato introdotto nella metà degli anni ‘80 e promuove la salute e il benessere mentale degli studenti. Nel 1991 sono nati i Servizi di psicologia e orientamento (SPO), specializzati nel sostegno educativo, impegnati a promuovere e garantire la salute mentale.
In Olanda, infine, per il Servizio di Psicologia Scolastica, gli psicologi (Schoolpsychologen) offrono supporto e ascolto agli studenti, alle famiglie e ai docenti, ma c’è una differenza con gli altri Paesi: utilizzano un approccio olistico. Quindi, oltre a focalizzarsi sull’apprendimento accademico, si concentrano sullo sviluppo delle competenze sociali ed emotive con l’obiettivo di rendere l’ambiente innovativo e inclusivo.