De Sanctis, Presidente CIP, illustra i 3 grandi obiettivi del movimento paralimpico

Guarda il video servizio con le prime parole di Marco Giunio De Sanctis da Presidente del CIP

Con un caloroso e sentito applauso, lo scorso 26 giugno, il consiglio nazionale elettivo del CIP, riunitosi al Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti di Roma, ha salutato il Presidente uscente Luca Pancalli ed accolto la nuova guida: Marco Giunio De Sanctis. Si chiude un capitolo, lungo 25 anni, e si apre una nuova era. 

La candidatura unica di De Sanctis, ex Segretario generale del CIP e Capo missione a 4 Giochi paralimpici estivi e 3 invernali, ha messo d’accordo i protagonisti del movimento paralimpico italiano. Tutti hanno convenuto che il dirigente ideale per portare avanti il lavoro svolto da Pancalli fosse proprio il numero uno della Federazione Italiana Bocce. 

L’eredità, non solo dal punto di vista del medagliere sportivo, è di quelle pesanti. Il neo eletto Presidente, però, vuole creare più opportunità ed aumentare il numero di tesserati. Per raggiungere il suo proposito, si è posto di centrare 3 grandi obiettivi.

Progetti territoriali, impiantistica e formazione. Questi i 3 pilastri del movimento guidato da De Sanctis

Progetti territoriali: prerogativa in funzione al territorio, che deve avere più autonomia nel rispetto della legge – ha sentenziato De Sanctis nel giorno della sua elezione -. Poi, l’impiantistica, perché siamo davvero carenti. Infine, reclutare persone esperte in materia paralimpica, perché sono troppo poche sia a livello di tecnici sia per quanto riguarda esperti di sport giovanile o di altre iniziative. Pertanto, dobbiamo puntare sulla formazione“.

L’atavico problema delle infrastrutture rimane una delle grandi questioni da risolvere. Le asimmetrie territoriali e le questioni legate all’accessibilità meritano attenzione, tavoli di lavoro che coinvolgano anche le Istituzioni, ma soprattutto idee.

Marco Giunio De Sanctis, presidente del CIP
Marco Giunio De Sanctis, in occasione del suo intervento in qualità di Presidente del Comitato Italiano Paralimpico

Alcune idee già le ho proposte ai Ministri Abodi e Giorgetti – ha riferito il neo eletto Presidente del CIP -. Fondamentale è la parte impiantistica, poiché siamo carenti. Se non c’è una norma che garantisca l’accessibilità agli impianti pre-esistenti, non potremo fare nulla. La seconda questione riguarda il Tre Fontane, che dal punto di vista del bilancio è un autentico bagno di sangue. In ogni caso, lì ci deve andare la sede del CIP”.  

Se la questione del Tre Fontane deve essere definita, nei progetti del numero 1 del CIP ci sono altresì l’individuazione di tre centri federali, di cui uno al Settentrione, uno nell’Italia centrale ed un altro al Meridione. Le idee ci sono, ma a preoccupare De Sanctis ci sarebbero i tempi della burocrazia

Sono i tempi e la tempistica di un Comune come Roma Capitale che mi spaventano – ha continuato De Sanctis -. Però, ciò non vieta che si possano trovare strade alternative, come dei centri pilota. Già fare in modo che le società sportive abbiano l’accessibilità garantita è un fattore importante per realizzare attività promozionali o di avviamento. Ecco, l’avviamento è prioritario, ma poi deve essere seguito dal tesseramento a livello agonistico. In questa maniera, possiamo creare delle opportunità e permettere a delle persone, che potrebbero avere paura ad avvicinarsi al nostro mondo, di praticare sport“.

De Sanctis: “Fondamentale è il ruolo della comunicazione”

Il programma del nuovo corso targato Marco Giunio De Sanctis è ben strutturato. Tutto ruota intorno ai 3 obiettivi citati dal neo-eletto Presidente e a quel nobile intento di avviare sempre più persone con disabilità alla pratica sportiva. Alla comunicazione è demandato il compito di diffondere il verbo e la missione del Comitato Italiano Paralimpico. 

A livello televisivo, per esempio, perché non abbiamo un canale che parli del mondo paralimpico – si è interrogato il numero 1 del CIP -? Anche la comunicazione è fondamentale. Per me, è un ambito vitale per un movimento come il nostro, che è sì conosciuto ma perché è un Ente di diritto pubblico. Abbiamo bisogno di far conoscere l’essenza e soprattutto le sue finalità anche istituzionali. Ovvero, far capire che siamo in pochi in Italia che facciamo sport per il mondo paralimpico.  Altrimenti ci beiamo delle medaglie, che sono la punta dell’iceberg, anche se poi l’aspetto che più conta è quello di avviare le persone a fare attività sportiva. Quindi, la comunicazione è davvero importante sia a livello regionale sia a livello nazionale“.

Noi – ha concluso De Sanctis – dobbiamo creare una rete di comunicazione tra il centro e tutti i territori, come ho fatto nella mia Federazione e come ho intenzione di fare alla guida del mondo paralimpico“.

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