Temperature record in Italia e nel resto d’Europa: la situazione

Nonostante il lieve calo delle temperature e il maltempo che hanno colpito l’Italia durante gli ultimi giorni, in tutta Europa, da inizio estate, si sono registrate ondate di calore e temperature record.

Da Roma all’isola di Creta, il caldo eccessivo ha messo alla prova la resistenza delle maggior parti delle città europee, con i governi costretti a interventi urgenti.

Italia da bollino rosso

Il Bel paese, da giorni stretto nella morsa di un’ondata di calore senza precedenti, ha affrontato temperature che superavano i 36 gradi centigradi, con picchi che sfioravano i 40°C specialmente nelle regioni meridionali

Se molte città italiane hanno adottato misure e restrizioni per conto proprio, ad oggi non c’è ancora nessuna ordinanza a livello nazionale, a differenza di paesi europei come Spagna e Grecia che hanno già vietato a tutti di lavorare all’aperto quando fa troppo caldo.

Le ordinanze regione per regione

Nove amministrazioni regionali hanno già reso operative le proprie ordinanze anti-caldo, concentrandosi principalmente sulla sospensione del lavoro all’aperto durante le ore più critiche della giornata. 

Stiamo parlando di Lazio, Umbria, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Toscana, Campania, Sardegna e Puglia, le quali hanno condiviso la medesima ordinanza: la sospensione obbligatoria delle attività all’aperto dalle 12:30 alle 16:00, nei giorni classificati come ad alto rischio termico. 

Queste disposizioni, che avranno durata fino al 31 agosto, sono rivolte soprattutto ai lavoratori agricoli, edili e delle cave e mirano a prevenire infortuni e malori legati alle eccessive temperature.

Nei giorni successivi, però, altre regioni hanno seguito lo stesso modello. La Lombardia per esempio, inizialmente contraria all’adattamento di misure, ha modificato la propria posizione dopo un confronto con le organizzazioni sindacali. La sua ordinanza, in vigore dal primo luglio, imita le modalità di sospensione del Lazio ma ne prolunga la durata fino al 15 settembre.

Anche l’Emilia-Romagna ha predisposto un provvedimento simile, distinguendosi però per l’estensione delle misure protettive principalmente ai lavoratori impiegati sui piazzali della logistica, un settore particolarmente esposto. 

Un approccio diverso è stato invece adottato da Marche, Friuli Venezia Giulia, Molise, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e Trentino-Alto Adige. Tali regioni hanno optato per raccomandazioni anziché regole vincolanti, suggerendo alle aziende di rivedere gli orari di lavoro, aumentare le pause in zone ombreggiate o climatizzate, garantire una maggiore distribuzione di acqua e riorganizzare i turni. 

Vittime e blackout, con l’attesa delle piogge

I picchi di caldo hanno portato a contare vittime e disagi diffusi per la salute, con i ricoveri ospedalieri aumentati del 20%. Il surriscaldamento dell’asfalto e i blackout locali sono solo la punta dell’iceberg di un’emergenza. Quattro le persone decedute in Italia. 

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato l’avvio di una cabina di regia con la Protezione Civile per coordinare gli interventi e prevenire i rischi. “Rispetto agli anni precedenti, fortunatamente, non stiamo registrando un aumento della mortalità”, ha dichiarato il Ministro Schillaci, fornendo un aggiornamento rassicurante sulla situazione attuale. “Avremo dati più certi nei prossimi giorni, ma al momento la situazione è sotto controllo”. 

Il caldo rovente dell’estate 2025 però non sta colpendo solo la Penisola, ma anche il resto dell’Europa, con diversi paesi che stanno affrontando emergenze e disagi senza precedenti. 

Un continente in affanno

Spagna e Inghilterra, ad esempio, hanno registrato il loro giugno più caldo di sempre. In Portogallo invece, si è toccato un picco giornaliero di 46,6 °C, una cifra record. Nel Regno Unito si sono registrate temperature eccezionali, con Londra che ha visto il suo giorno più caldo dell’anno a 34,7 °C, e il primo giorno di Wimbledon diventare il più caldo mai registrato per il torneo con 32,9 °C. 

In Spagna oltre 100 morti

La penisola iberica è nella morsa di un’ondata di caldo estremo da fine giugno, e il costo umano è già altissimo. Ad oggi sono almeno 102 decessi legati alle alte temperature. Numerose località della penisola iberica hanno raggiunto i 43 °C, e persino le temperature notturne sono rimaste soffocanti, con 28 °C a Siviglia e 27 °C a Barcellona. 

L’allerta per il caldo prosegue in 12 delle 17 regioni spagnole, con avvisi di temperature estreme e la possibilità di temporali localmente molto forti.

Monumenti chiusi in Francia

Anche la Francia è colpita duramente, con molte città che hanno registrato le notti e i giorni più caldi di sempre per giugno. A Parigi, la temperatura all’aeroporto di Orly ha toccato i 37,6 °C. 

Per la prima volta in cinque anni, la capitale francese ha attivato l’allerta rossa, il livello più alto di allerta per il caldo estremo, insieme ad altre 15 regioni francesi. 

La situazione è così grave che la cima della Torre Eiffel è stata chiusa al pubblico, così come ben 1.896 scuole e università nei dipartimenti interessati dall’allerta rossa. 

Incendi ed evacuazioni di massa in Turchia e in Grecia

L’emergenza caldo ha un risvolto drammatico anche nel Sud-Est Europa. In Turchia, decine di migliaia di persone, per la maggior parte dalla provincia occidentale di Smirne, sono state evacuate a causa di centinaia di incendi boschivi divampati negli ultimi giorni. Basti pensare che le squadre di emergenza hanno già affrontato oltre 263 roghi in tutto il Paese.

La situazione è altrettanto critica in Grecia, dove il vento rende estremamente difficile contenere gli incendi alimentati dalle elevate temperature. L’isola di Creta è stata particolarmente colpita, con un vasto incendio scoppiato in un terreno boschivo vicino a hotel e case vacanze, costringendo all’evacuazione di residenti e turisti, alcuni dei quali italiani.

Foto copertina: Riconoscimento editoriale Shutterstock / ID Foto: 2332091791

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