Guarda il video servizio con il commento di Giuseppe Andreana, Presidente Comitato regionale CIP Lazio, sulla giornata del 26 giugno
Il 26 giugno è diventata una data spartiacque per lo sport italiano. Nel giro di poche ore, CONI e CIP hanno accolto con un caloroso applauso i due nuovi presidenti. Se Luciano Buonfiglio ha ricevuto alla prima votazione le preferenze di 47 elettori, diventando il successore a Palazzo H di Giovanni Malagò, Marco Giunio De Sanctis è riuscito a compiere un’impresa eccezionale: unire intorno alla sua candidatura tutte le componenti del movimento paralimpico.
“È una giornata storica – ha commentato a caldo il Presidente del Comitato regionale CIP Lazio, Giuseppe Andreana – perché, seppure le istituzioni rimangono, cambiano contemporaneamente i due timonieri del movimento sportivo paralimpico o olimpico. Il nuovo corso si ritrova una eredità importante e noi, come territorio, siamo chiamati a sostenere questo ricambio dirigenziale“.
Il ruolo del territorio nel nuovo corso del CIP
Territorio è una parola che è riecheggiata sia all’interno del Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti, il luogo che ha ospitato i consigli nazionali elettivi di CONI e CIP, sia all’esterno. Se da una parte, come ha affermato il presidente del Comitato Italiano Paralimpico – Regione Lazio, il territorio è chiamato a sostenere la nuova governance; dall’altra, le parole di De Sanctis hanno sottolineato la volontà del CIP Nazionale di conferire maggiore autonomia a chi opera nelle città, nelle province e nelle regioni.
“Il Presidente Giunio De Sanctis – ha continuato Andreana – ha espresso la volontà di impegnare le strutture territoriali ancora di più di quanto non sia stato fatto fino ad ora, definendole strutture vitali e fondamentali per lo sviluppo del movimento paralimpico. Questa è una sfida che raccolgo insieme a tutti gli altri Presidenti dei Comitati regionali e credo che, tutti insieme, potremmo rispondere a queste esigenze, che poi ricadono sulla possibilità di coinvolgere più cittadini con disabilità, avvicinandoli così alla pratica sportiva“.
Il modello Lazio, rappresentato da Cochi ed Andreana, un esempio per CONI e CIP
In quella che Andreana ha definito una giornata storica c’è anche un avverbio che offre un prezioso contributo ad una nuova narrazione sportiva olimpica e paralimpica: insieme. Un termine che esalta concetti come quelli della condivisione, della convivenza e dell’armonia. Su tutti i fronti, in ogni ambito e pure nei rapporti tra i due Enti di diritto pubblico.
Eletto lo scorso 12 aprile, nello stesso giorno in cui il CONI regionale del Lazio ha scelto Alessandro Cochi come nuova guida, Andreana, fin dall’inizio del suo mandato, ha sempre dialogato con il suo collega per raggiungere gli obiettivi prefissi: avvicinare sempre più persone alla pratica sportiva e migliorare sia le condizioni di vita dei cittadini sia lo sport laziale.
Il modello che arriva dal Lazio potrebbe ispirare anche i vertici nazionali di CONI e CIP.
“Per quanto riguarda la realtà regionale, con Alessandro Cochi c’è una stretta e forte collaborazione ed una quasi quotidiana relazione – ha concluso il numero 1 del CIP regionale del Lazio -. Sulla base delle nostre competenze, spero di poter fare insieme al presidente di CONI Lazio un ottimo lavoro. La realtà del Lazio ha visto sempre CIP e CONI collaborare in maniera sinergico, ottenendo anche dei grandi risultati. L’auspicio è questi traguardi possano essere ribaditi e raggiunti anche in futuro. A livello nazionale, noi possiamo prendere esempio da loro, ma anche loro possono, casomai, prendere esempio da noi“.


