Terzo settore, competenze e progettazione: intervista a Simona Rotondi

 

È un momento proficuo per il Terzo settore: i numeri raccontano di un comparto in espansione, che genera risorse e che annota trend durevolmente con il segno positivo. Tra l’altro, è notizia dell’ultima ora il via libera da Bruxelles alla riforma fiscale del settore: si fa riferimento a un cambiamento atteso da oltre nove anni che gioverà a tutte le realtà coinvolte.

Dal 1° gennaio 2026 – ha spiegato in merito il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega al Terzo settore, Maria Teresa Belluccientrerà finalmente in vigore un regime fiscale ad hoc che prevede, tra le altre cose, la defiscalizzazione degli utili destinati allo svolgimento dell’attività statutaria o all’incremento del patrimonio. Inoltre, saranno introdotti specifici incentivi per gli investitori, ampliando le opportunità di finanziamento per gli Enti del Terzo settore” (per maggiori dettagli, clicca qui). 

In tale contesto si muove una realtà poliedrica quale è OPES che impegna le proprie energie non solo per la promozione degli sport di base e dell’attività fisica come volano per uno stile di vita sano, in linea con quanto determinato dalle modifiche apportate all’articolo 33 della Costituzione, ma anche nel Terzo settore, facendo in modo che il bene comune diventi prioritario nella vita dei cittadini e rientri preminente nelle agende istituzionali. 

Tra le iniziative promosse dall’Ente, a tal proposito, c’è AttivAzione, un progetto realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che intende formare professionisti del Terzo settore. Grazie infatti al lavoro sinergico con altri partner, tra cui l’UNINT – Università degli Studi Internazionali di Roma (partner scientifico), l’attività andrà a fornire strumenti utili a chi si dedicherà agli aspetti manageriali della materia e alla progettazione, un campo complesso che esige competenze specifiche. 

Intervista a Simona Rotondi, docente del Master AttivAzione: “La progettazione deve essere utile e generare modelli duraturi

UNINT, dunque, in collaborazione con OPES, eroga un master e un corso di alta formazione valevoli allo scopo. Abbiamo raggiunto una delle docenti protagoniste Master in Progettazione Sociale, Simona Rotondi, per approfondire insieme alcuni dei topic, ma anche per esaminare le strade da intraprendere per arrivare a ricoprire determinati ruoli nell’ambito del Terzo settore e le competenze necessarie da acquisire per essere parte attiva del cambiamento sociale. 

Rotondi, Vice coordinatrice delle attività istituzionali dell’impresa sociale “Con i Bambini”, nonché esperta incaricata a supporto delle Agenzie Nazionali Inapp, Indire e Agenzia Nazionale per i Giovani nelle attività di valutazione del Programma europeo Erasmus+, ha anche inteso evidenziare l’urgenza di percepire la progettazione quale lavoro sinergico, come se “il progettista fosse un regista che mette in prosa quelli che sono i contributi di più esperti“, e la necessità di realizzare progetti di qualità, che siano pensati per durare nel tempo.

Servono progetti che nel mentre si compiono – ha spiegato Rotondi – facciano emergere dei modelli di intervento che poi l’ente pubblico, il Governo, dovrebbe acquisire, adottare per far diventare questi modelli ‘estemporanei’, delle pratiche consolidate e stabili nel tempo. Questo dovrebbe sempre essere il fine ultimo della progettazione sociale”. 

Terzo settore: il ruolo della valutazione di impatto

Infine, un punto da cui, allo stato dei fatti, non si può prescindere: la valutazione di impatto. “Oggi – ha detto ancora la docente – in tutti gli interventi socio-educativi è sempre più frequente la richiesta di prevedere anche, a valle dell’intervento, una misurazione dei cambiamenti avvenuti nella vita delle persone che sono state destinatarie dirette, proprio per comprendere quanto sia stato incisivo il contributo apportato dal progetto e non da variabili di contesto”.

“È importante – ha concluso – assumere questo punto di vista perché consente di fare progetti di maggiore qualità, di maggiore aderenza alla realtà e più utili. La progettazione deve essere utile, deve servire in maniera assolutamente concreta a risolvere un problema”.

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