Lo scorso 16 aprile il Salone d’Onore del CONI ha ospitato l’XI edizione del Premio Città di Roma. Una sala gremita ha accolto con calore OPES, mente e cuore dell’iniziativa, e contestualmente premiate, premiati e personalità del mondo istituzionale e sportivo intervenute per restituire un proprio contributo. Quest’anno l’Ente ha composto una selezione di vincitrici e vincitori quasi del tutto declinata al femmine, sfuggendo da subito il dogma dei tempi che cambiano e delle belle parole studiate per giocare sull’apparenza.
Infatti è la sostanza ad essersi imposta e come ha ricordato il Presidente Nazionale Juri Morico dal palco era un fatto necessario sottolineare questa forte presenza, proprio per poter ribadire che invece dovrebbe trattarsi della normalità. Che non dovrebbe più fare notizia una parterre di donne meritevoli e competenti.
Sembra una contraddizione in termini, ma accendere i riflettori sul tema ha consentito ai presenti, ma non solo, di fare una riflessione su quanto sia essenziale e – dovrebbe essere ordinario – inquadrare il lavoro di qualcuna o qualcuno solo ed esclusivamente per qualità, virtù, preparazione e risultati.
Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Svetlana Celli, Presidente dell’Assemblea Capitolina; Antonella Baldino, Amministratore Delegato dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale; Manuela Nicolosi, arbitra internazionale di calcio; Salvamamme, rappresentata dalla sua Presidente, Maria Grazia Passeri, e dalla Direttrice, Katia Pacelli; e Arianna Sacripante, atleta paralimpica: questi i nomi delle personalità che si sono avvicendate sul palco, il cui peso specifico è incalcolabile se solo si pensa all’immenso impegno e alla mole di lavoro che ognuna di loro ha portato a termine nei diversi campi di interesse.
Dalla politica applicata al Terzo settore, alle opportunità di vita per i cittadini, passando per iniziative creditizie di risonanza internazionale fino ad arrivare alla solidarietà concreta che stringe le mani dei più fragili e allo sport inteso come forma più nobile di espressione del sé, di grinta, passione, impegno e competenza.
Le donne ai vertici per meriti, attitudini e competenze
Un tema che gode di un certo appeal, soprattutto mediatico. Perché genera discussione, mette le persone nella condizione di dover fare i conti con la realtà: ai piani alti, nonostante tutto, nonostante tutti, di posti riservati alle donne, o più in generale riservati solo a chi lo merita, non ce ne sono molti. E a parlare sono i dati. Sono i numeri. Sono le statistiche, e sono le donne stesse. Storie, molte, troppe storie, di carriere sospese, promozioni mai arrivate, licenziamenti all’apparenza ingiustificati. Luoghi comuni, forma mentis desuete che leggono ancora nella figura della donna un ruolo preponderante di moglie, madre e caregiver.
Eppure, il Presidente del Consiglio italiano è una donna. E ciò dovrebbe bastare a sovvertire l’illogicità di certi numeri. Ma così non è. Subito dopo essersi insediata, la premier ha reso tutti partecipe di un sentimento, di avvertire forte “la responsabilità nei confronti di tutte quelle donne che attraversano difficoltà per affermare il loro talento”, di tutte quelle che “hanno costruito la scala che oggi permette a me di rompere il tetto di cristallo”.
Una passeggiata scalza tra i frammenti di cristallo
Meloni ha rotto il tetto di cristallo, è vero. Ma restano i frammenti, le schegge, quelle che si insinuano sotto la pelle e che non consentono a tutte di partecipare e di godere della vista dall’alto. Ancora tanto c’è da fare perché vengano riposte scopa e paletta e perché tutte possano camminare agevolmente verso l’alto. Tanto per essere chiari: in ambito sanitario, ad esempio, cresce il numero di donne medico, ma solo un terzo di queste ricopre un ruolo apicale.
Ed è così su ampissima scala. Lo scorso novembre la Cassa di Previdenza dei Ragionieri e degli Esperti Contabili ha illustrato, durante un convegno relativo proprio al gender gap nel mondo lavorativo, come in Italia solo il 17% delle posizioni di leadership aziendale sia occupato da donne.
OPES allora ha colto l’occasione per parlare di capacità, di pari meriti, non di apripista ma di talenti che hanno saputo conquistarsi e tenersi saldamente posizioni e rivendicare con orgoglio azioni, iniziative e risultati. Tante donne, è vero, ma pura normalità. Che normalità ancora non è nel contesto quotidiano.
Maria Teresa Bellucci
È un Viceministro della Repubblica che, prima di sedere a buon diritto tra le poltrone rosse, ha studiato, indagato, e analizzato a fondo la società, quella che oggi intende sostenere con azioni concrete supportando il Terzo settore (per cui ha una delega), ma non solo. Bellucci è laureata in in Psicologia Clinica e di Comunità, specializzata in Psicoterapia Sistemico-Relazionale e Familiare e ha un Master di secondo livello in Organizzazione e Funzionamento della Pubblica Amministrazione; ma non devono essere i titoli a impressionare, bensì competenze e sensibilità acquisite per rispondere, in maniera concreta, alle necessità quotidiane dei cittadini.
Ex Presidente del MO.D.A.V.I. Onlus, oggi ricopre il ruolo di Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Su risorse.news vi abbiamo spesso parlato delle iniziative che portano la sua firma perché il terzo settore, l’impegno sociale, i tavoli di lavoro e le riforme sono il nostro pane quotidiano.
Alla sua dedizione vanno attribuiti i dati in positivo relativi allo strumento ADI, all’approvazione del decreto non autosufficienza, al giusto equilibrio trovato per la riforma del terzo settore, all’aver sbloccato strumenti come il social bonus, e con pazienza aver atteso l’ok da parte della Commissione UE per la riforma fiscale del TS che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026 e, infine, l’istituzione di una giornata interamente dedicata all’ascolto delle ragazze e dei ragazzi. Non una ricorrenza fine a sé stessa, ma un vero e proprio punto di partenza per aprire un dialogo costruttivo e fruttuoso.
Svetlana Celli
Dal Nazionale, alla Capitale. Svetlana Celli è Presidente dell’Assemblea Capitolina. Come Bellucci, anche Celli ha attraversato e toccato con mano le criticità a cui vanno incontro, giorno dopo giorno, i cittadini romani. La sua spina dorsale lavorativa si è rafforzata nel quartiere in cui è cresciuta, Tor Bella Monaca; un pezzo della periferia romana complessissimo che però le ha consentito le prime battaglie in assemblea capitolina.
Nel 2013 è stata eletta per la prima volta Consigliera Capitolina; in quella occasione ha ricoperto il ruolo di Presidente della Commissione Sport, Personale e Statuto. Nel 2016 la riconferma, poi l’inizio dell’avventura come Presidente dell’Assemblea Capitolina.
E c’è che Celli si definisce “una donna, una mamma e una figlia appassionata che non si ferma mai, cercando, anche facendo molti errori, di ascoltare e aiutare chi ha bisogno. Nelle piazze o in Aula Giulio Cesare, vicina alle persone normali, a tutti i cittadini che ci chiedono una città a misura d’uomo, senza abbandonarli”. In poche parole, ha coniugato se stessa definendo i ruoli, certo, ma tenendoli tutti sullo stesso piano, esattamente come avrebbe fatto un uomo, un papà, un figlio appassionato pronto a dare il massimo nel suo impegno lavorativo.
Antonella Baldino
Contrariamente a quanto si possa pensare, c’è un ambito che nell’immaginario collettivo è percepito quasi interamente abitato da uomini, ma è in realtà sempre più popolato da donne al vertice: parliamo di quello finanziario.
Non significa che sia stato equiparato il numero di dirigenti per genere, ma ci sono dei netti miglioramenti. Lo ha rilevato IlSole24Ore in occasione della Giornata Internazionale della Donna 2025, restituendo un quadro della situazione interessante. Allo stato attuale, infatti, Claudia Parzani è la prima a guidare Borsa italiana; la Banca d’Italia ha due vicedirettrici generali su tre: Chiara Scotti e Alessandra Perrazzelli; la, invece, Consob conta due commissarie, Gabriella Alemanno e Chiara Mosca, e una segretaria generale, Nadia Linciano.
OPES ha assegnato il Premio Città di Roma ad Antonella Baldino, AD dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, dallo scorso dicembre. Nessuna sorpresa guardando al suo percorso. In attività dall’’87, Baldino è stata Membro del Consiglio degli Esperti al Dipartimento del Tesoro (Ministero dell’economia e delle finanze) e al Ministero dello sviluppo economico è stata Esperta con incarico per la predisposizione di strumenti finanziari, in particolare con riferimento agli incentivi alle Imprese e al settore dell’Energia, nonché, prima ancora, Responsabile della Gestione Fondi Pubblici alla Banca del Mezzogiorno – MedioCredito Centrale S.p.A. (già Unicredit MedioCredito Centrale).
Potremmo in effetti proseguire per molto, il suo curriculum è ampissimo, ricco. Questo dovrebbe bastare.
Ed è su questo punto che OPES ha voluto insistere: dirlo oggi una volta in più, perché domani non sia necessario.