Guarda il reportage sul Campionato del Mondo di nuoto artistico misto ed inclusivo, disputatosi lo scorso 5 aprile all’interno dell’impianto sportivo del Tre Fontane di Roma
Al campionato mondiale di nuoto artistico misto, organizzato dal Progetto Filippide e disputatosi sabato 5 aprile al Polo natatorio del Tre Fontane di Roma, è stato dimostrato che l’acqua di una piscina è un ottimo conduttore. La sua conducibilità non è data dal numero di elettroni che si muovono liberi sulla sua superficie, ma dai corpi dei duetti in gara che, in maniera sincronizzata, hanno riprodotto figure e coreografie spettacolari. Per il pubblico è stata una scossa elettrica di emozioni, di talento e tenacia, di arte, di Campioni e di valori. Su tutti l’inclusione, il sacrificio e la forza, sia fisica sia mentale.
Ogni performance, propagandosi dal centro della vasca fino alle tribune, ha rafforzato significati e significanti. Ha costruito ponti fisici tra gli atleti provenienti da tre continenti differenti, ha fatto brillare l’unicità della manifestazione e cancellato pregiudizi. Ma soprattutto, ha esaltato la bellezza delle diversità. Perché gli artisti in gara sono stati atleti con diverse abilità.
I primi costruttori e fautori di questo format misto, inclusivo, affascinante, e per chi ha osservato da bordo vasca o dalle tribune pure pedagogico, sono due atleti italiani.
“Possiamo dire che noi siamo stati gli apripista di questo nuovo format? Ce lo diamo questo merito?“, ha domandato Giorgio Minisini alla sua collega di duetto davanti al microfono di risorse.news.
“Sì!“, senza alcuna esitazione è stata la risposta di Arianna Sacripante.
Giorgio Minisini e Arianna Sacripante, una storia di sport e di amicizia nata nel 2018
Lui è Giorgio Minisini, quattro volte Campione del Mondo di nuoto artistico. Lei, invece, è Arianna Sacripante, una donna saggia, schietta e tenace. Con le sue parole, ti conquista. Con le sue figure in acqua, invece, dimostra cos’è la proabilità, quel neologismo coniato da Arturo Mariani per ribaltare il paradigma della disabilità.
La loro storia di amicizia e sport è nata nel 2018. Da allora, Giorgio Minisini e Arianna Sacripante non sono solo un duetto delle meraviglie, bensì pure due ambasciatori dello sport sociale, quello che unisce, aggrega e abbatte le differenze. Si esibiscono e gareggiano per inviare al mondo messaggi potenti, pieni di vita, forza, bellezza e speranza. Le loro gesta e coreografie curano i mali della società. Come recita il testo della celebre canzone di Battiato sulla quale si sono tuffati nell’acqua del Tre Fontane, ci proteggono dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti, dalle ingiustizie e dagli inganni del nostro tempo.
Assistere ad una loro interpretazione sportiva ed artistica è stata pura gioia, emozione primaria.
“Non c’era l’emozione in acqua – ha ammesso Arianna Sacripante -, c’era solo divertimento e tanta voglia di fare“.
“Non c’era una emozione negativa – ha fatto eco il 4 volte Campione del Mondo Minisini -, c’era solo la gioia di partecipare ad un mondiale, perché oggi abbiamo preso parte alla competizione mondiale dei doppi inclusivi“.
Tutto è stato perfetto, a partire dal linguaggio di due corpi che in acqua si sono mossi all’unisono. Il loro feeling è frutto di sacrifici e di ore ed ore trascorse in piscina a provare e riprovare.
“Ci alleniamo tanto – ha raccontato ai nostri microfoni Arianna Sacripante -. La nostra allenatrice pretende molto, però c’è voglia di continuare, di fare delle cose belle insieme. Le figure sono strutturate provandole insieme“.

“È vero che ci alleniamo tanto – ha proseguito Minisini -. A volte l’allenamento va bene, altre meno“.
“Ma sbagliando si impara”, ha sottolineato Sacripante, che poi ha continuato con un elogio al suo partner in vasca: “Giorgio mi dà tanta fiducia e mi fa stare bene. Ho rinunciato a fare le gare, preferisco le esibizioni. Mi fa piacere così. È una grande soddisfazione per me“.
“Però, oggi ci hanno dato una medaglia – ha specificato Minisini – L’esibizione è stata bella“. Il botta e risposta è continuato con Sacripante che ha evidenziato quale sia stato l’approccio alla manifestazione – “l’importante è divertirci“, ha detto ai nostri microfoni – e con Minisini che ha specificato i segreti per andare in sincro: “Io guardo molto te per andare assieme. Tu che cosa fai per cercare la sincronia?“. Con la Sacripante che alla domanda ha risposto così: “Guardarsi a vicenda e non fermarsi mai. Il pubblico, per me, non esiste. Se pensassi alle persone presenti, avrei un blackout“.
Minisini: la stella polare di Arianna Sacripante
Campione nello sport e nella vita, Giorgio Minisini, per Arianna Sacripante, è un punto fermo. Un riferimento, come la stella polare per chi cerca di capire dov’è il nord.
“Per me – ha ammesso candidamente Arianna Sacripante – Giorgio è il mio punto di riferimento. Anche quando lui non c’è, perché è fuori per lavoro, io mi alleno da solo. Perché poi voglio fare bella figura“.
“In questo, se posso fare un complimento – ha continuato Minisini – sei molto migliorata. Prima, avevamo bisogno di una sostituzione, invece adesso nuoti da sola. Per due intere settimane non ci siamo mai allenati, ma tu hai tenuto botta. Devi essere fiera di questo“.
“Sono sempre fiera – ha poi specificato Sacripante -. Sono sempre contenta“. Con Minisini che ha confermato che anche lui è contento di come la sua collega sia cresciuta e si alleni.
“Il consiglio che Giorgio mi dà – ha ripreso Sacripante nel loro continuo botta e risposta che fa trapelare tutta la loro amicizia ed il loro feeling – è quello di sorridere sempre per superare la fatica, perché così facendo si affrontano le situazioni con calma. Giorgio mi ha insegnato a crescere e a seguire di più i suoi consigli ed infine, a tenere duro“.
“Abbiamo lavorato su tanti aspetti – ha riconosciuto Minisni a risorse.news -, anche insieme a Sabrina, che ha preso Arianna che era una “ranocchietta” e che oggi è diventata una donna. Ad Arianna ogni anno chiediamo sempre di più, di fare cose più difficili, anche le diagonali“.
“L’importante – ha risposto Sacripante – è affrontare le sfide. Ci provo e riprovo finché non viene bene“.
“Anche se a volte alcuni esercizi – ha continuato Minisini – la mettono in crisi, lei, il giorno dopo, viene, lavora sodo e supera le sue paure. È molto determinata e, a volte, questo aspetto non la fa essere contenta. Invece, bisogna esserlo. Oggi, ad esempio, abbiamo fatto una bella esibizione, siamo stati bravi. È vero che si può sempre migliorare, ma bisogna essere pure felici e contenti“.

Come scrivere il futuro con delle azioni in acqua e fuori
Attraverso le loro posizioni in acqua e transizioni da una figura all’altra, Minisini e Sacripante stanno scrivendo una storia meravigliosa. Ogni giorno, aggiungono un capitolo alla loro vita di atleti e cittadini impegnati ad esaltare sia i valori più nobili dello sport sia i capisaldi della nostra società. Il loro futuro è già tracciato. È al servizio dello sport, ma anche della comunità.
“Il mio futuro? È fare sempre l’atleta – ha auspicato Sacripante – non è sempre solo fare la bella vita. Voglio stare in vasca, ad affrontare le gare a testa alta. Con il sorriso“.
Con Giorgio Minisini accanto, fare la vita da atleta è naturale, forse più facile. Ma al Campione, a volte, bisogna dire anche di no.
“Se ti chiedessi di fare il singolo?“, ha incalzato Minisini, la risposta di Arianna Sacripante è stata negativa, sottolineata da tre no. I motivi? Li spiega l’atleta di Monterotondo: “Perché nel singolo sono più agitata, non mi sento all’altezza. Il doppio mi fa stare bene e mi fa sorridere di più. Per me, il Progetto Filippide è una famiglia. Anche Giorgio mi fa stare bene“.
“Io penso che il futuro di questo progetto sia nella sua storia“, ha confidato Minisini, che è stato catechizzato subito dalla sua collega con una frase emblematica: “Dobbiamo crearla un po’ di più la storia“.
“Presidenti, dirigenti e allenatori – ha concluso Minisini – non trattano Arianna e gli altri atleti con pietismo, ma come persone che hanno del potenziale. Lavorano per trovarlo, per farlo emergere, per integrare questi ragazzi e valorizzarli, costruendo così un futuro migliore. Sono contento di far parte di questo progetto e di lavorare insieme a questo futuro. Arianna, poi, ci insegna che quello che facciamo noi viene visto anche dai più piccoli“.
“Non siamo solo atleti – ha messo in chiaro Sacripante -, con il Progetto Filippide facciamo anche dei tirocini. Siamo aiuto-istruttore e vogliamo sempre aiutare gli altri“.
Che sia da contatto o da induzione la scossa elettrica prodotta da due atleti speciali come Giorgio Minisini e Arianna Sacripante è uno shock che non ha effetti collaterali. È solo qualcosa di positivo che ci cura.