La rete diabetologica delle Marche è stata inserita dalla Commissione Europea tra le best practice del Vecchio Continente. Alla base di questo riconoscimento c’è una strategia regionale che si sta affermando come un modello da seguire e che è guidata da 3 principi: prevenzione, diagnosi precoce e innovazione terapeutica. Il modus operandi e di trattare i casi di diabete, anche in età pediatrica, ha suscitato l’interesse della comunità scientifica e pure di altri sistemi sanitari regionali.
Le Marche, che partecipano in Europa all’azione denominata JACARDI (Join Action on Cardiovascular Diseas and DIabets) attraverso 5 interventi pilota (standardizzazione dei materiali educativi destinati ai pazienti; creazione di un registro regionale del diabete per un monitoraggio efficace dei casi; revisione dei percorsi assistenziali; sperimentazione di strumenti per l’autogestione del diabete di tipo 2: screening integrato per il diabete e le malattie cardiovascolari rivolto alle fasce più fragili e a rischio), sono diventate la prima regione d’Italia ad aver introdotto lo screening glicemico obbligatorio nei Pronto Soccorso.
Diabete: nelle Marche obbligatorio lo screening glicemico dei minori che arrivano al Pronto Soccorso
Ogni minore (0-17 anni) che accede al triage sarà sottoposto ad un test rapido tramite stick. In meno di due minuti e con un costo irrisorio per le casse regionali (10 centesimi di euro), il personale sanitario sarà in grado di capire se il giovane paziente presenta segni di iperglicemia, un campanello d’allarme della chetoacedosi diabetica (DKA), ossia una delle complicanze più gravi del diabete di tipo 1.
Tra il 2004 ed il 2019, su tutto il territorio nazionale, diagnosi tardive e gestioni cliniche inadeguate della DKA non hanno permesso di salvare 13 vite e di evitare che 4 persone subissero danni cerebrali permanenti. Per fronteggiare tutte le forme di diabete, le Marche hanno deciso di agire sulla variabile tempo e di affrontare la diagnosi e la cura della malattia cronica in maniera strutturata.
Se l’intervento preventivo è fondamentale, la sfida successiva, come ha puntualizzato nel corso di una conferenza stampa il Professor Valentino Cherubini, direttore della Diabetologia pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche, è rappresentata dallo screening degli autoanticorpi, “che consente di identificare i bambini a rischio ancor prima che la glicemia risulti alterata”.
La notizia dello screening glicemico obbligatorio nei triage è stata accolta positivamente dalle associazioni del Terzo settore. Organizzazioni come la Federazione Regionale Associazione Diabetici Marchigiani (ATDM) e l’Associazione Famiglie con Adolescenti e Infanti con Diabete (AFAID) hanno applaudito il metodo di intervento della Regione Marche.
Un ruolo di primo piano nella fase di supporto allo screening sarà ricoperto dal Centro regionale di Diabetologia pediatrica dell’Ospedale Salesi, un punto di riferimento ed un fiore all’occhiello per le cure pediatriche. Oltre a fornire assistenza ai minori affetti da diabete, la struttura sanitaria provvederà altresì ad effettuare consulenze telefoniche a tutti i nosocomi di Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. Contestualmente, sarà avviata una campagna per sensibilizzare i cittadini sui sintomi precoci del diabete e per informare gli operatori sanitari.
Non solo screening, la Regione Marche ha autorizzato anche due terapie farmaceutiche
Lo screening per minori è solo un tassello di un grande puzzle che comprende pure l’innovazione terapeutica. Insieme a Sicilia, Lombardia e Lazio, le Marche si apprestano ad estendere i sensori glicemici ai pazienti in terapia con sola insulina basale. Inoltre, come recita una nota di Palazzo Raffaello, la Regione ha già autorizzato e rimborsato due terapie farmaceutiche all’avanguardia. La prima, I-codec, riduce il numero di iniezioni annuali. Da 365 si passa a 52. La seconda, Tirzepatide, agendo su due ricettori intestinali, produce effetti positivi significativi sul controllo glicemico e sui livelli di emoglobina glicata.
Diabete: i casi in Italia
Per comprendere quanto sia importante l’attenzione del sistema sanitario delle Marche al tema del diabete, tanto dal lato della prevenzione quanto della diagnosi precoce e dell’innovazione terapeutica, bisogna andare a leggere i numeri. Nella regione adriatica sarebbero 82.000 le persone che convivono con questa malattia metabolica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue. Una cifra che rappresenta il 2,1% dei casi nazionali. Stando al report 2024 dell’Italian Diabets Barometer Report (clicca qui per consultare il 17° rapporto), infatti, gli italiani affetti da diabete sarebbero 3,9 milioni, di cui 2 milioni presenterebbero un ulteriore fattore di rischio: l’obesità.
Le proiezioni non sarebbero rosee, soprattutto se si considera che il diabete (in particolar modo quello di tipo 2) è influenzato da fattori socioeconomici, dall’invecchiamento della popolazione, dalla sedentarietà e dall’aumento di grasso corporeo. In soli 8 anni i casi in Italia sono cresciuti di 700 mila unità (la rilevazione dell’Istat del 2016 contava 3,2 milioni di cittadini affetti da diabete, un novero quasi raddoppiato rispetto al 1980).
Per questo motivo, bisogna intervenire tempestivamente. Oggi, come indicato dalla comunità scientifica, risulta prioritario stilare programmi efficaci di prevenzione primaria ed adottare soluzioni vincenti per gestire i casi e per curare una malattia che pesa sui bilanci delle regioni e che ha un impatto psicologico importante sia sul paziente sia sui suoi famigliari, soprattutto quando ad essere colpito è un infante, un bambino o un adolescente.
Ben vengano proposte di prevenzione e modelli di riferimento come quello portato avanti nelle Marche.