L’Europa al servizio dell’integrità nello sport

Doping, violenze fisiche o psicologiche, atti discriminatori, ma anche combine o comportamenti innescati dal match fixing. Questi sono solo alcuni dei fattori che inquinano lo sport e minacciano l’integrità morale, l’onesta e la rettitudine degli atleti e dei protagonisti di un sistema che, a volte, ragiona con una logica aberrante. L’unica cosa che conta, tanto nello sport di base e giovanile quanto ai vertici del professionismo o del dilettantismo, non può essere il risultato, la vittoria, il record o la prestazione.

Negli ultimi tre anni, anche per fronteggiare questa crisi etica e la conseguente perdita dei veri valori all’interno degli ambienti sportivi, la Commissione europea ha avviato una profonda riflessione, affinché tutti i protagonisti del comparto si attengano alle cosiddette “integrity rules”. Attraverso iniziative, campagne di comunicazione e progetti, sia a carattere sportivo, sociale e culturale, ha coinvolto organizzazioni, comitati e federazioni, con l’obiettivo di riportare al centro della scena sociale e sportiva valori come l’onestà, l’inclusione, l’integrazione, il rispetto, il sacrificio, l’equilibrio, il fair-play, la gioia e la passione. Tra le best practice promosse tramite il programma europeo Erasmus+, rientra senza dubbio YIAP – Youth Integrity Ambassadors Program.

YIAP, i giovani europei e l’integrità in ambito sportivo

Nato per rispondere alle esigenze rivelate dai 9 partner promotori (RF, ENGSO e RF-SISU Småland per la Svezia, SO Europe Eurasia Foundation per l’Irlanda, Confederação do Desport de Portugal per il Portogallo, Sajunga per la Lituania e OPES aps per l’Italia, oltre a partner associati come European Lotteries e GLMS), il progetto si prefigge di accendere i riflettori sulla cultura dell’integrità all’interno della comunità sportiva. L’interruttore del cambiamento, quello che spegnerà definitivamente i comportamenti disonesti, gli imbrogli e le violenze all’interno delle strutture e degli impianti sportivi, secondo i protagonisti di YIAP, sarà innescato dai giovani.

Raggiungere una nobile finalità nell’arco di 24 mesi non è facile, ma, attraverso un approccio non formale ed un programma educativo volto a trasferire competenze e nozioni agli adulti di domani, è possibile accorciare i tempi e preparare il terreno ad una nuova cultura sportiva.

Le iniziative di YIAP in Italia per favorire l’integrità nello sport

Nei Paesi interessati si susseguono eventi e appuntamenti, ma anche panel, tavole rotonde e programmi per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema che ricopre una grande rilevanza a Bruxelles e nei Paesi membri dell’Unione.

Lo scorso 22 settembre, a Pavia, presso l’Aula del ‘400 dell’Università, si è svolta una giornata di formazione sull’importanza di considerare l’atleta come una persona a tutto tondo e non esclusivamente come un collezionista di medaglie, primati e vittorie. Al convegno “Atleta: la persona oltre la prestazione”, promosso in Italia da OPES e patrocinato dall’Università degli Studi di Pavia, CUS Pavia e dall’Assessorato allo Sport del Comune di Pavia, hanno partecipato, in veste di relatori, autorevoli professionisti della salute fisica e mentale, medici, atleti e rappresentanti di organizzazioni di volontariato. Ogni intervento si è rivelato utile a far capire alla platea come ci si deve approcciare allo sportivo. Ogni parola pronunciata al microfono ha avuto la valenza di un seme che, una volta germogliato, farà fiorire una nuova etica sportiva. In poche parole, cambierà lo sport.

L’intervento di Change The Game a Pavia

Impegnata a cambiare lo sport e ad eliminare gli abusi e le violenze di natura emotiva, fisica e sessuale nello sport è Change The Game, una organizzazione di volontariato che offre assistenza legale, sia in sede di giustizia ordinaria sia in sede di giustizia sportiva, e supporto terapeutico alle vittime. Al convegno di Pavia, per l’associazione fondata nel 2018 da Daniela Simonetti, giornalista e saggista, e da Alessandra Marzari, medico e Presidente del Consorzio Vero Volley, è intervenuta la Dottoressa Alice Fimiani.

Le parole di Alice Fimiani sulla violenza nello sport

Il tema della violenza nello sport – ha riferito al pubblico presente – è particolarmente delicato, sia per quello che rappresenta sia per i soggetti che vengono colpiti, in modo particolare i bambini e i minori di 18 anni (secondo i dati forniti dall’associazione che contrasta gli abusi nello sport, quattro bambine o bambini su dieci hanno subito nella loro precoce carriera sportiva una forma di violenza o di abuso, n.d.r.).

Gli abusi, che generalmente vengono perpetrati da individui che si trovano in un’evidente posizione di potere e che sfruttano il rapporto di fiducia instauratosi con l’atleta, rappresentano la cosiddetta zona d’ombra dello sport, in primo luogo perché neppure le vittime sono in grado di riconoscere l’abuso subito e, in secondo luogo, perché credono di meritarselo.

Ciò che rende ancora più difficoltoso l’emersione degli abusi in questo contesto è rappresentato dall’atteggiamento di “sospetto” nei confronti delle vittime, in primo luogo perché manca una formazione adeguata per tutti coloro che dovrebbero occuparsi degli atleti e, in secondo luogo, perché la cultura dell’omertà, cioè quella che può essere definita come la legge del silenzio, è più imponente della cultura del rispetto. È necessario, dunque, abbattere il muro dell’omertà e lasciare spazio alla cultura della salute e ciò può avvenire solo con un intervento attivo di tutti gli organi competenti.

I relatori di YIAP che hanno trattato il tema dell'integrità nello sport all'università di Pavia
I relatori del convegno promosso dal progetto europeo YIAP: Dr. Paolo Caselli, psicologo dello sport; Dr. Emanuele Cereda, medico dietologo c/o il Policlinico S. Matteo di Pavia; Dr. Donato Vassalli, medico sportivo della Nazionale Italiana di Rugby; Monica Boggioni, nuotatrice paralimpica e neo-laureata c/o l’Università di Pavia; Dr.ssa Alice Fimiani, atleta e membro dell’associazione Change The Game

L’evento italiano di YIAP, rivolto agli studenti dell’Università di Pavia, ai giovani lombardi, a professionisti ed addetti ai lavori dello sport system, a tecnici ed educatori sportivi, si è rivelato come una pioggia salutare per innaffiare il terreno nel quale germoglierà il seme dell’integrità nello sport.

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