La sostenibilità ambientale per gli eventi sportivi

Il mondo sportivo sta cambiando, il mondo intorno allo sport è cambiato. In particolare il tema del cambiamento climatico è drammaticamente non solo percepibile ma percepito da tutti nel nostro quotidiano. Siccità, carenza idrica, inquinamento atmosferico, eventi meteorologici sempre più devastanti, innalzamento delle temperature, aumento dei costi, disuguaglianze e migrazioni ecologiche.

Oramai tutti noi siamo chiamati ad agire ma, complice una scarsa informazione e sensibilizzazione sul tema, solo in pochi si sono realmente e concretamente attivati.

Cosa si intende per sostenibilità?

Ma cosa si intende per sostenibilità? Per sostenibilità possiamo intendere “comportamenti atti ad assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri” (Rapporto Brundtland “our common future” 1987). Di sostenibilità se ne può parlare in tre differenti accezioni. Vi è quella economica, quella sociale e, per l’appunto, quella ambientale.

Insieme costituiscono un trinomio indissolubile oggetto di strutturate e profonde riforme di interesse unionale prima e italiano poi testimoniato anche dalla recente Direttiva n. 2022/2464 riguardante la rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – “CSRD”). Il mondo sportivo non è esente ed anzi, si è da tempo impegnato in un approccio integrato e sostenibile preso atto che, quando si parla di sport, la natura competitiva degli eventi sportivi, insieme alle loro dimensioni spettacolari, hanno portato ad un consumo intensivo di risorse naturali, con un impatto significativo sull’ambiente.

Il tema, ora drammaticamente attuale, era già da tempo normato: nel Libro Bianco dello Sport (Bruxelles 11/07/2007), elaborato della Commissione Europea quale prima importante iniziativa in materia a livello europeo, in cui vengono forniti orientamenti strategici sul ruolo ricoperto dallo sport in seno all’Unione europea, soprattutto a livello socio-economico.

Sport e sostenibilità

Tra i tanti messaggi che ci sono stati trasmessi dalla Commissione uno in particolare è sempre stato colpevolmente sottovalutato: “le organizzazioni sportive e gli iniziatori di eventi sportivi in Europa dovrebbero adottare obiettivi ambientali atti a rendere ecologicamente sostenibili le rispettive attività” (Punto 2.8). Già all’epoca era quindi stata tracciata una strada sulla sostenibilità con la precisa raccomandazione che “le attività sportive, gli impianti e le manifestazioni siano orientate ad una gestione sostenibile ed ecologicamente razionale, che risulti adeguata fra l’altro a gestire gli appalti verdi, le emissioni di gas a effetto serra, l’efficienza energetica, l’eliminazione dei rifiuti e il trattamento dell’acqua e dei suoli”. Poi, un silenzio assordante.

La questione ambientale nella Riforma dello sport

Nella recente riforma dello Sport un passaggio tra tutti merita una riflessione: all’Art. 16 D.lgs 38/2021 viene imposto un generalizzato obbligo per gli Organismi sportivi di dotarsi di un Modello Organizzativo e di controllo ex. Art. 231/2001. Tra i reati presupposti previsti dalla Lg. 231/2001, che disciplina la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato, al rinnovato Art. 25 undecies vengono elencati i reati ambientali. A ciò si aggiunga che il MiTE ha recentemente emanato il Decreto ribattezzato “CAM Eventi” il quale definisce i criteri ambientali minimi (da qui l’acronimo CAM) per il servizio di organizzazione e realizzazione di eventi su requisiti di sostenibilità che la Pubblica amministrazione deve introdurre nelle procedure di appalto per l’affidamento di servizi e gestione degli eventi, affrontando aspetti ambientali, etici e sociali associati al ciclo di vita degli stessi (G.U. n. 282 del 2 dicembre 2022).

Ma un diverso approccio alla sostenibilità ambientale non deve avvenire solo perché imposto ma, soprattutto, perché percepito come di utilità sociale per noi e le future generazioni. Un uso accorto delle risorse anche in ambito sportivo è possibile anche senza alcun investimento ed, anzi, con un netto risparmio nel medio lungo termine. E’ quindi ormai tempo che su queste tematiche lo sport entri in campo perché, diversamente, sarà una partita chiusa. Per tutti.

 

Ha contribuito alla redazione della news l’Avvocato tributarista Paolo Rendina

PAOLO RENDINA

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