Luigi Contu, Direttore Ansa: “Costruiamo una nuova cultura del linguaggio”

Fare il giornalista significa prestare grande attenzione alle parole, noi cerchiamo di farlo come Ansa, come giornalisti, ma non è mai abbastanza”, così il Direttore dell’Ansa, Luigi Contu, durante un’intervista rilasciata a risorse.news a margine della conferenza stampa di presentazione della seconda edizione del Premio Giornalistico Paolo Osiride Ferrero lo scorso 16 gennaio. 

L’incontro dedicato alla stampa, tenutosi presso la Sala delle Conferenze della Camera dei Deputati, ha visto la partecipazione di voci influenti del settore, nonché membri della Giuria del Premio, quali Luigi Contu (Presidente di Giuria), Fiamma Satta, giornalista e scrittrice, e Fabrizio Vespa, giornalista e coordinatore del Premio. Sono inoltre intervenuti: Francesca Bisacco, Presidente della CPD (ovvero l’organo promotore dell’iniziativa), e Juri Morico, Presidente di OPES (editore di risorse.news ed Ente che supporta il Premio). 

Una mattinata destinata a indagare come il mondo dell’informazione debba raccontare quello della disabilità; di come il giornalismo debba adeguare il proprio linguaggio per fornire un resoconto della società giusto, che possa “creare una cultura” e che faccia crescere “la consapevolezza nell’opinione pubblica”. 

Con Luigi Contu abbiamo affrontato il tema, ampiamente discusso durante la conferenza, dei termini e delle espressioni che vengono proposte per riferire della disabilità, in ogni suo aspetto. Un argomento che risorse.news ha in precedenza passato al vaglio anche con Arturo Mariani, Capitano della ASD Roma Calcio Amputati, nonché scrittore, quando ci ha parlato della Proabilità, neologismo che Contu ha ritenuto “ottimo, una parola giusta“, di cui, insieme a quanto rilevato dal Premio Paolo Osiride Ferrero e dalle iniziative afferenti, “terremo conto anche per tutti i nostri progetti rivolti a questo settore, in quello che noi scriviamo“.

Altresì, il Direttore dell’Ansa ha condiviso una importante riflessione sul mondo social e sull’approccio che il giornalismo è tenuto a utilizzare su tutte le piattaforme digitali di informazione e divulgazione.

 

Intervista a Luigi Contu, Direttore Agenzia Ansa

 

Direttore, la prima edizione del Premio ha acceso un faro sul linguaggio che si utilizza per raccontare la disabilità. Cosa si aspetta dalla seconda? Lei è a capo della Giuria che valuterà le proposte, cosa cercherà?

Fare il giornalista significa prestare grande attenzione alle parole, noi cerchiamo di farlo come Ansa, come giornalisti, ma non è mai abbastanza. Questa esperienza nella giuria del Premio mi ha fatto crescere e mi ha reso ancora più consapevole di quelle che sono le difficoltà di raccontare un mondo così complicato e molto ricco.

Il primo elemento di questo Premio è proprio la crescita della consapevolezza da parte di tutti noi della categoria di una ricerca di un linguaggio adeguato, rispettoso, che faccia crescere la consapevolezza nell’opinione pubblica. Il nostro compito è sì raccontare, poi ciascuno si fa la sua opinione, ma il racconto non è mai neutro e i termini che si scelgono servono per creare una cultura e in questo caso è fondamentale. 

Questo è un Premio molto intelligente perché ha colto un elemento di difficoltà, di debolezza della società. E non c’è niente da fare: fin quando non ci si trova nella condizione, si fa fatica anche nella scelta del linguaggio. Premiare il lavoro di tante colleghe e di tanti colleghi, ne abbiamo ricevuti 150 lo scorso anno, e ci aspettiamo ancora più contenuti per questa seconda edizione, significa creare cultura, formare più colleghi, sostenerli e aiutarli nella ricerca di un racconto corretto. Ci aspettiamo anche una maggiore risonanza del Premio, anche grazie all’Ansa e a tutte le altre fonti che vorranno occuparsene. 

Juri-Morico_-Luigi-Contu_-Fabrizio-Vespa

A proposito di opinione pubblica, come si individua un linguaggio corretto e fruibile da una platea ampia come quella dei social?

Noi dobbiamo essere nei social, fanno parte della nostra vita. Lo vediamo in questi giorni con quello che è successo nella cronaca quanto ormai il mondo del social è diventato pervasivo per la vita e l’esistenza di tutti, e lo è ancora di più per la nostra professione. 

Dobbiamo applicare al mondo social le regole del buon giornalismo, che sono le stesse per qualsiasi piattaforma, per la televisione, per la radio. Certo, i social sono seguiti da molti ragazzi, che hanno meno strumenti di un adulto, hanno meno strumenti di un professionista, e ci obbligano a un supplemento di attenzione, di riflessione. Nelle nostre riunioni, tutti i giorni, cerchiamo proprio di riflettere su questo argomento.

Non si può ignorare la realtà social, non dobbiamo nemmeno, nella ricerca di popolarità e di un like in più, di un lettore in più, correre dietro a tutto quello che purtroppo si trova nel mondo social e che non è corretto. Dunque: grande attenzione, grande scelta, grande selezione e valutazione morale ed etica del linguaggio dietro a ogni notizia e a ogni post. 

Durante la conferenza, lei ha anche annunciato un nuovo progetto dell’Ansa proprio indirizzato al tema.

Sì, nel partecipare a questa Giuria ho capito quanto questo mondo di persone in difficoltà abbia bisogno di trovare voce, di trovare informazione, informazione istituzionale e trovare una cronaca corretta, che metta tante realtà, che sono divise nel Paese – privato e pubblico, istituzioni e politica, cittadini e associazioni -, in condizione di farlo. Faremo presto un portale interamente dedicato al tema della disabilità all’interno di Ansa.it.

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