Big Tech insieme per l’inclusione: il progetto Speech Accessibility

Siamo ufficialmente entrati – anzi, ci sguazziamo dentro già da un po’ – nell’epoca in cui l’avanzamento tecnologico non rappresenta più solo un potenziale cambiamento per l’umanità, ma una vera e propria colonna portante, senza la quale non sapremmo più come crescere, orientarci, vivere. Ogni ambito della nostra vita è caratterizzato dalla tecnologia e dalle facilitazioni che questa comporta. Ne è un esempio il progetto Speech Accessibility: alcuni tra i colossi del settore in collaborazione con l’Università dell’Illinois stanno lavorando a un programma estremamente interessante volto a considerare protagonisti disparità e accessibilità.

Perché, nonostante corra l’anno 2022 e le nuove tecnologie stiano dando vita a realtà virtuali e operazioni chirurgiche avveniristiche, molte delle persone con disabilità ancora faticano a svolgere attività semplici, che fanno parte della quotidianità. Il progetto Speech Accessibility, al tal proposito, si pone l’obiettivo di facilitare la vita a tutti coloro che hanno disabilità motorie o all’apparato vocale. 

Ancora una volta torna a essere protagonista la tanto discussa intelligenza artificiale. Da una parte c’è chi sostiene che l’IA sia davvero senziente e che presto o tardi darà del filo da torcere all’essere umano; dall’altra c’è chi spera che l’umano e l’umanoide-bot possano convivere e arrivare a costruire l’inimmaginabile.

Progresso e intelligenza artificiale

Quando Elon Musk ha presentato i Tesla-bot li ha descritti come bot in grado di percepire le emozioni e la fatica, dunque esseri robotici in grado di provare empatia. Però, poi, il patron di Tesla e Twitter ha anche precisato che nessun bot avrebbe mai potuto sostituire una persona, che l’introduzione di queste macchine all’interno delle aziende, ad esempio, avrebbe comportato soltanto una divisione più equa del lavoro, lasciando lo sforzo fisico alla macchina che è più resiliente e in grado di sostenerlo.

Attualmente non è dato sapere cosa ci riserverà il futuro in proposito; tuttavia, possiamo orientarci sulle proiezioni, tenendo conto delle interazioni quotidiane che abbiamo, ad esempio, con Alexa di Amazon o Siri di Apple.

Ci rivolgiamo ai bot come se non fossero macchine programmate, ma degli umani un po’ stravaganti, dalle risposte imprevedibili che hanno il potere di sorprenderci e, allo stesso tempo, spaventarci. 

L’idea di Amazon, Apple, Google, Meta, Microsoft e altri è proprio quella di sfruttare questo tipo di intelligenza per metterla a frutto e realizzare modelli vocali in grado di supportare le persone che soffrono di malattie come il Parkinson, ovvero sindromi che vanno a colpire il centro del linguaggio

Speech Accessibility: come funziona il nuovo progetto delle Big Tech

Mark Hasegawa-Johnson, professore dell’Università dell’Illinois, ha dichiarato a proposito del progetto: “Le interfacce vocali dovrebbero essere disponibili per tutti, e questo include le persone con disabilità. Un compito difficile perché richiede molte infrastrutture, idealmente del tipo che solo le principali società tecnologiche potrebbero offrire, quindi abbiamo creato un team interdisciplinare unico con esperienza in linguistica, parlato, intelligenza artificiale, sicurezza e privacy”.

Speech Accessibility richiederà tempo e investimenti: dapprima sarà necessario interagire in maniera approfondita con soggetti disabili così da raccogliere la quantità di campioni utile allo svolgimento della prima fase. Terminato lo step con i volontari, il cui impegno sarà utile alle Big Tech in modo da definire modelli linguistici variegati, si procederà con la realizzazione. È bene specificare che la prima lingua su cui si lavorerà sarà l’inglese. 

Si tratta di un’iniziativa tanto utile quanto urgente. Le disabilità conseguenza di malattie e sindromi come SLA e Parkinson possono essere invalidanti, soprattutto nella fase nell’espressione diretta. Parlare, un atto così naturale, in alcune circostanze diventa dolore, un gesto dalla difficoltà insormontabile; questo è anche il motivo per cui diverse associazioni statunitensi si sono già dette disponibili a supportare con ogni mezzo possibile il progetto. 

Non è più tempo di procrastinare sull’accessibilità. Tutti devono poter vivere al meglio delle possibilità. A tal proposito, anche in UE si lavora affinché le persone con disabilità trovino meno barriere e ostacoli sul proprio cammino. Dal 2021 è in atto una strategia che va a svolgere azioni concrete sulle pari opportunità e sulla partecipazione attiva dei soggetti disabili nella società e nell’economia. Un progetto come Speech Accessibility potrebbe incastonarsi perfettamente, come un pezzo di un puzzle, in un disegno così imponente e importante. 

 

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