Pelè… la leggenda del calcio che si fa mito eterno

Il 2022 sarà ricordato dal mondo dello sport ed in modo particolare dal mondo del calcio per la scomparsa di Edson Arantes do Nascimento, molto ma molto più semplicemente Pelè, il più grande calciatore di tutti i tempi.

Il pallone perde la sua icona, O Rei (il re) che non ha lasciato eredi al trono.

Chiunque conosca il calcio, ami questo gioco o abbia semplicemente dato un calcio ad un pallone conosce il nome di Pelè.

Ma perché Pelè è stata una leggenda vivente?

Dare una risposta a questa domanda non è facile, visto che tanti sono i fattori che hanno contribuito a trasformare quest’atleta nell’uomo simbolo dello sport.

La storia di Pelè assomiglia tanto ad una fiaba, nato a Três Corações piccolo comune nel sud-est del Brasile, il 12 ottobre 1940, da una famiglia molto povera. Sin da bambino gioca e si diverte con il pallone, il più delle volte una calza riempita di stracci, muove i primi passi da calciatore in una squadra locale dilettantistica, il Bauru per poi passare, all’età di 15 anni, in una delle squadre più famose e vincenti del Brasile: il Santos.

Edson ai tempi della scuola

Il piccolo Edson, ai tempi della scuola, era un grande fan del portiere Bilé del Vasco da Gama, ma a causa di un difetto di pronuncia lo chiamava Pelé e così i suoi compagni di scuola, per prenderlo in giro, cominciarono ad utilizzarlo come nomignolo.

Con il Santos esordisce alla prima di campionato, il 7 settembre del 1956, contro il Corinthians, prima partita da professionista e primo gol di Pelè. Un primo campionato da incorniciare, visto che il 10 con la maglia bianca alla fine non solo sarà il capocannoniere del torneo, ma riceverà anche la prima convocazione in nazionale.

Lo score di Pelè con il Santos ha dell’incredibile: 1088 i gol totali; 10 i campionati vinti, 2 le coppe Libertadores, 2 le coppe Intercontinentali e 1 Supercoppa dei Campioni Intercontinentale.

A dir poco numeri impressionanti.

La leggenda di Pelè diventa tale con la nazionale

Stanno arrivando i campionati del mondo del 1958 e Pelè ne sarà la stella indiscussa. Con i suoi 17 anni e 249 giorni è il giocatore più giovane di sempre a vincere una finale di un campionato mondiale, contribuendo con una doppietta alla sconfitta proprio della Svezia, padrone di casa. In realtà nel ’58 Pelè segna anche un altro record, ancora oggi imbattuto: è lui, infatti, il giocatore più giovane ad aver segnato un gol in un Mondiale.

La stella oroverde di Pelè ora brilla in tutto il mondo.

Molti club stranieri cercarono di accaparrarselo, ma senza successo. Dall’Italia l’Inter era riuscita a trovare un accordo, ma quando la notizia trapelò il presidente del Santos venne aggredito fuori dal suo ufficio. L’accordo andò così in fumo. Per calmare gli animi furibondi dei brasiliani, il governò dichiarò Pelé “Tesoro Nazionale” in modo che nessuno potesse più avanzare richieste sul giocatore.

Il Brasile di Pelè tra il 1958 e il 1970 si aggiudica tre mondiali, perde solo quello del 1966 in Inghilterra, ma questa è un’altra storia.

Tre mondiali vinti in quattro edizioni giocate, anche questo record è di Pelè, e non sarà mai eguagliato.

Con la nazionale la “perla nera”, così come è stato ribattezzato, gioca per 14 anni realizzando 92 gol in 77 partite ufficiali.

Il 1974

Nel 1974, Pelè pensa di lasciare il calcio, ha 34 anni e le “cure” dei difensori per cercare di fermarlo cominciano a pesare.

Si ferma un anno ma poi si trasforma da calciatore in strumento di divulgazione del calcio. Nel 1975, infatti, decide di sbarcare negli USA, la nazione meno calciofila del mondo, indossa la maglia dei Cosmos di New York per tre anni e porta a casa un altro campionato vinto, ma soprattutto diventa lo strumento per una diffusione ancora più globale del gioco del calcio, ma anche dell’aggregazione e dell’amicizia, tanto da divenire ambasciatore Onu e Unicef, nonché Ministro straordinario per lo Sport in Brasile.

Si è spento il 29 dicembre 2022, all’età di 82 anni dopo essere stato ricoverato all’ospedale Einstein di San Paolo, a seguito di complicanze sorte per il suo tumore al colon.

Cosa fu Pelè? Il miglior giocatore del mondo, un calciatore formidabile, un’artista del gol?

Non spetta a me dirlo. Pelè è semplicemente stato una leggenda che negli anni è diventato mito, e forse più che giudizi avventati la miglior spiegazione di cosa fu Pelè si trova nelle parole di Tarcisio Burgnich, roccioso difensore della Grande Inter e della nazionale italiana che nel 1970 marcò Pelè nella finale del campionato del mondo a Città del Messico (persa dall’Italia per 4 a 1): “Dissi a me stesso prima della partita che era di pelle ed ossa come tutti gli altri, evidentemente mi sbagliavo”.

 

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