Servizio Civile, un’esperienza formativa unica per il futuro dei giovani

Un anno che lascia il segno. 365 giorni speciali nel corso dei quali, mettendosi al servizio di una comunità con l’obiettivo di realizzare un progetto, si acquisiscono competenze trasversali e si cresce dal punto di vista umano e professionale. Il Servizio Civile Universale, per un giovane tra i 18 e i 28 anni, rappresenta un’opportunità per formarsi, per avvicinarsi al mercato del lavoro e per compiere un’esperienza concreta in contesti pubblici o privati, tanto Italia quanto all’estero. 

 

Enrico Maria Borrelli, presidente di Amesci e del Forum Nazionale del Servizio Civile, come riportato dall’ANSA, lo ha definito “un booster in termini di preparazione al mondo del lavoro, più di altre esperienze lavorative”. Espressione più idonea non poteva esserci. Perché, oggi, un simile percorso di cittadinanza attiva, della durata di 12 mesi, rappresenta sia una spinta ad entrare nel mondo degli adulti e dell’autonomia dalla famiglia, sia un’iniezione di quelle skill che si riveleranno utilissime per trovare un impiego o per svolgere una mansione oppure una professione. 

 

Con il Servizio Civile si impara facendo e si acquisiscono competenze necessarie ad entrare nel mondo del lavoro

Booster, certo, ma anche ascensore e acceleratore. Se da una parte il Servizio Civile accompagna il Volontario ad un nuovo piano di capacità, conoscenze e abilità; dall’altra, attraverso quella particolare metodologia di apprendimento denominata learning by doing (imparare facendo), velocizza l’acquisizione di quelle competenze che oggi debbono possedere coloro che cercano un impiego o che desiderano fare carriera in un determinato settore.

Secondo il report “Future of Jobs”, pubblicato dal World Economic Forum nel 2020, le soft skills più richieste dagli HR Specialist (specialisti delle risorse umane) o dai datori di lavoro sono: pensiero analitico ed innovazione (capacità di identificare le sfide, proponendo soluzioni innovative), il problem solving, il pensiero critico e l’analisi (capacità di comprendere i fatti, analizzare i dati e trovare la soluzione più logica), la creatività, l’originalità e lo spirito di iniziativa, la leadership e l’influenza sociale, ossia la capacità di costruire relazioni nel tempo e nel contesto. Altrettanto importanti, poi, sono la gestione dello stress e del tempo, l’organizzazione del proprio lavoro e l’attitudine al lavoro di gruppo.

Competenze imprescindibili e spendibili nel mondo del lavoro. Che, in teoria, dovrebbero essere documentate al pari di quelle digitali, le uniche fino a questo momento ad avere un sistema certificato di registrazione. Ed è forse questa la prossima sfida del Servizio Civile Universale: dimostrare il possesso di determinate competenze. Un tema, quello della certificazione delle skills dei Volontari, molto sentito dalle Organizzazioni di Terzo Settore e che presto potrebbe essere inserito al centro dell’agenda del Ministro Andrea Abodi.

Il 20 febbraio scade il nuovo bando del Servizio Civile

Alla chiusura del prossimo bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per la Gioventù ed il Servizio Civile Universale, il più grande mai realizzato in Italia, visto che coinvolgerà più di 70.000 giovani negli oltre 3.000 progetti, non manca tantissimo. La deadline è fissata per le ore 14:00 del 20 febbraio. Una volta chiusa questa finestra, per i candidati inizieranno i colloqui di selezione. Chi l’ha già svolto può affermare quanto una simile esperienza sia stata determinante nel suo percorso di crescita personale e professionale.

Grazie a quel progetto a carattere socio-assistenziale, culturale, sportivo, sociale, tecnologico, comunicativo o digitale, i Volontari hanno coltivato le suddette skills. Le hanno affinate, traducendo ogni concetto in un’azione concreta. Dipendesse da loro, rifarebbero ancora quella scelta. Compilerebbero nuovamente la domanda e ripartirebbero daccapo. Perché il Servizio Civile Universale ha segnato in maniera positiva la loro vita.

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