Turismo, estate 2023: volano i rincari, ma il settore continua a crescere

Due facce della stessa medaglia. Da una parte i rincari di voli e spiagge che non consentono a tutti gli italiani di godersi adeguatamente le ferie, dall’altra il settore del turismo che, comunque, gode di ottima salute soprattutto grazie ai turisti americani, inglesi e francesi (dati Banca Italia) che tornano a decretare l’Italia come una delle mete preferite durante il periodo estivo. Una contraddizione in termini: aumentano i costi, ma, stando ai dati Istat ed Eurostat, il turismo resta uno dei settori trainanti per l’economia del Paese. 

Turismo: i dati dell’estate 2023

Durante i primi quattro mesi del 2023 i pernottamenti di turisti non residenti in Italia sono 12,7 milioni; un numero importante soprattutto se rapportato ai dati che arrivano da Spagna e Francia. Basti pensare, in tal senso, che in Italia l’incremento rispetto allo stesso periodo del 2022 è del 43%, praticamente il doppio rispetto alla Spagna, che conta un + 25%, e alla Francia, che invece vede un + 23%. 

In breve, il settore sta tornando ai livelli pre-Covid. Certo è che si tratta di un processo avviato già lo scorso anno, ma i numeri del 2023 non solo confermano un trend positivo, consentono anche di determinare una crescita sostanziale del settore. 

Quanto all’”alta stagione” il CNA, ovvero l’ente del turismo italiano, prevede che saranno oltre 10 milioni i turisti ospitati dalle strutture ricettive nell’arco di di tempo che va dal 12 di agosto (dal venerdì che precede il periodo festivo) fino al 21. Numeri decisamente positivi che doppiano quelli degli anni precedenti e sorprendono perché superiori addirittura a quelli del 2019. 

Rincaro dei voli

C’è però, come si anticipava in apertura, l’altra faccia della medaglia quella che riguarda i rincari di voli e spiagge. 

Per quanto riguarda la questione voli, Assoutenti conferma che in un mese si sono verificati aumenti anche del 93%; un esempio riportato dall’Ente riguarda una famiglia che intende volare da Roma a Cagliari con il risultato di arrivare a spendere quasi 1000 euro. L’Associazione riporta alcuni esempi pratici: un volo Brindisi-Cagliari per una persona a luglio costava 286 euro (prezzo base) a distanza di un mese è aumentato del 24,8%, dunque è arrivato a costare 357 euro. Un volo Napoli-Alghero che al 6 luglio aveva il valore di 247 euro, ha visto un aumento ad agosto del 93,5% (quindi, 478 euro). Gli incrementi, tuttavia, sono più localizzati al Sud; i voli che partono dal Nord hanno registrato aumenti inferiori (Torino-Olbia, ad esempio, a luglio costava 328 euro mentre ad agosto 373, un + 13,7%). 

Considerati i cambiamenti tanto repentini quanto invalidanti, non si è fatto attendere l’intervento delle istituzioni. Il decreto Omnibus, che si riferisce prettamente ad asset e investimenti, ha riguardato infatti anche la questione voli.

l’intervento del Governo con il decreto Omnibus

In pratica, il provvedimento va a vietare la fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aree, modulata in relazione al tempo della prenotazione se la fissazione è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole e avviene o durante un periodo di aumento di domanda (in base alla stagionalità) oppure in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale che porta a un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori del 200% superiore alla tariffa media del volo

Si va a considerare inoltre “pratica commerciale scorretta” impiegare procedure automatizzate di determinazione delle tariffe – da e per le isole, ossia laddove sussistono esigenze di continuità territoriale – basate su attività di profilazione web dell’utente o sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati per le prenotazioni, quando esso comporti un pregiudizio economico. In pratica, si va a limitare l’utilizzo degli algoritmi che regolano i processi di profilazione. 

Caro spiagge: impennata dei prezzi di ombrelloni e lettini

Come se i rincari del trasporto aereo e quelli legati all’inflazione non bastassero, gli italiani devono fare i conti anche con gli aumenti dettati dagli stabilimenti balneari. L’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori ha determinato che a giugno trascorrere una giornata al mare affittando un ombrellone e un lettino o una sdraio è costato l’11% in più rispetto al 2022. Ad agosto, potrebbe verificarsi, stando alle previsioni, un incremento del 20%. Costi insostenibili. Il Codacons, in proposito ha riferito che una giornata in spiaggia per una famiglia media può arrivare a costare oltre i 110 euro. 

Federconsumatori ha inoltre condiviso dei listini che riguardano proprio i rincari. Ad esempio: l’affitto di una sdraio che lo scorso anno aveva il valore di 6 euro nel 2023 è passato a 11,79 euro. Quanto invece agli abbonamenti per gli stabilimenti balneari, quello giornaliero ha visto un’impennata del 12% mentre quello annuale è passato da una media di 1650 euro a 2121. Meglio i mensili che invece sono passati da una media di 785 a 718. 

Cresce quindi il turismo nel Bel Paese, ma gli italiani sono sempre meno protagonisti di questa accelerazione.

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