In aumento le temperature degli Oceani: perché è così grave?

Gli oceani del mondo stanno toccando temperature record ed è, per l’essere umano e per l’ambiente, un problema serio. 

Ma perché? In primo luogo, è bene ricordare che le acque oceaniche assorbono CO2 e se dovessero cessare questa funzione, l’anidride carbonica e gli altri gas serra resterebbero nell’atmosfera alimentando il riscaldamento globale. Secondo poi, la temperatura di 20,96 gradi (il nuovo record di agosto, la più alta mai registrata, come conferma il Copernicus Climate Change Service) accelera il processo di scioglimento dei ghiacciai e contestualmente determina un innalzamento dei livelli del mare. Infine, va considerato un ulteriore fattore: gli ecosistemi che popolano gli oceani stanno subendo evoluzioni avverse. Cambia la vita sulla terra, cambia la vita nei mari. 

Aumento delle temperature degli oceani: cosa sta accadendo

Dal marzo 2023 sono state registrate le temperature superficiali medie più alte degli ultimi 40 anni. Un dato che preoccupa, considerando quanto sia fondamentale il ruolo che gli oceani svolgono per i vari ecosistemi. 

Durante il maggio scorso, il Noaa, il National Oceanic and Atmospheric Administration – agenzia governativa USA, aveva anticipato che questa estate sarebbe tornato El Niño (ve ne abbiamo parlato qui) e che la temperatura globale sarebbe aumentata. In effetti le colonnine di mercurio di mezza Europa hanno raggiunto picchi importanti, tanto da portare Paesi come la Spagna a realizzare un piano per supportare le strutture ospedaliere e le scuole e a prendere ulteriori decisioni per salvaguardare la salute dei cittadini già a giugno (clicca qui per approfondire). Anche l’Italia ha avuto il suo bel da fare tra il caldo torrido e gli incendi che hanno devastato alcune isole del Meridione, e il maltempo al Nord che ha contato un bilancio di due vittime e generato danni ingenti alle strade e alle strutture.

Luglio è stato uno dei mesi più caldi di sempre. iI Copernicus Climate Change Service (C3S) analizzando le temperature dei gli oceani dello scorso mese ha spiegato: “L’Atlantico settentrionale ha registrato temperature superiori alla media di 1.05° C nel mese di luglio, in quanto le temperature nella parte nord-orientale del bacino sono rimaste superiori alla media e nell’Atlantico nord-occidentale si sono sviluppate temperature insolitamente elevate. Ondate di calore marine si sono sviluppate a sud della Groenlandia e nel Mare del Labrador, nel bacino dei Caraibi e nel Mar Mediterraneo. Le condizioni di El Niño hanno continuato a svilupparsi sul Pacifico orientale equatoriale”. Dunque, l’estensione del fenomeno non ha conosciuto limiti. 

Il nuovo record di agosto e il contributo del fattore umano

Nell’equazione “aumento delle temperature” va considerato senza se e senza ma il contributo del fattore umano. I cambiamenti climatici sono, come afferma la scienza, frutto delle attività svolte dall’essere umano sulla terra; il Pianeta è in sofferenza a causa delle emissioni di CO2, dell’inquinamento determinato dalle plastiche diffuse, dagli allevamenti intensivi, dalla distruzione di interi ecosistemi marittimi per lo scarico di materiali tossici nelle acque di laghi, mari e fiumi e così via. 

Questo è il motivo per cui le istituzioni lavorano perché si affrontino il prima possibile e adeguatamente le transizioni ecologica e energetica. Cercare nuove strade per invertire il senso di marcia deve rappresentare una priorità. L’agenda 2030 si propone di raggiungere obiettivi importanti in termini di sostenibilità ambientale ed economica. Tuttavia gli sforzi messi in campo attualmente non sembrano essere sufficienti. 

Lo dimostra ampiamente, e il discorso vale a livello globale non solo europeo, la temperatura di 20,96 gradi toccata dai mari all’inizio del mese di agosto. Un nuovo record, decisamente negativo. La ricercatrice Samantha Burgess, scienziata del Copernicus Climate Change Service, ha riferito sul tema: “Più bruciamo combustibili fossili, più calore in eccesso verrà assorbito dagli oceani: il che significa che ci vorrà più tempo per stabilizzarli e riportarli al punto in cui si trovavano“.

Il punto è che, come spiega ancora Burgess, le temperature più elevate dovrebbero essere raggiunte durante la primavera, precisamente nel mese di marzo. E invece “Il fatto che abbiamo assistito al record adesso è preoccupante perché l’oceano potrebbe diventare ancora più caldo da qui al prossimo marzo“. E quindi cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro se le cose non cambieranno?

Il futuro

La risposta arriva ancora dalla scienza. Determinati modelli climatici prevedono un aumento delle temperature tra i 2° e i 5° C entro il 2050. I livello dei mari, se ciò dovesse verificarsi, andrebbe a salire di quasi 40 centimetri e le loro temperature di 1,5°C.

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