Si apre un nuovo anno accademico e prosegue la protesta degli studenti che non riescono a riscontrare condizioni adeguate per poter studiare lontano da casa. Costi degli affitti da privati in aumento e la carenza di posti letto e strutture non consentono alle ragazze e ai ragazzi di frequentare l’università in un comune diverso da quello di appartenenza.
I giovani coinvolti, quindi, continuano a chiedere interventi repentini da parte di istituzioni e atenei. Chiedono, soprattutto, di essere ascoltati.
A maggio scorso risorse.news ha in proposito intervistato Mattia Santarelli, uno studente della Sapienza, che ha riportato la propria esperienza e ha anche riferito quali sono le richieste portate all’attenzione delle istituzioni.
“È una protesta dal forte valore simbolico – aveva chiarito Santarelli, allora tra i protagonisti delle proteste in tenda davanti alla Minerva -. Quando abbiamo messo la prima tenda, non pensavamo che ci potesse essere una simile eco mediatica e politica. Se c’è stata, allora vuol dire che c’è un problema che interessa il diritto allo studio e le famiglie, le quali si trovano a sostenere spese esorbitanti, e che è collegato all’emergenza abitativa ed al costo degli affitti”.
Affitti: l’esperienza di Mattia
“Io – ha spiegato ancora – vivo in una stanza singola a Piazza Bologna, nel quartiere più popolato dai fuori sede, pago 500 euro per una camera piccola e mi trovo ad affrontare una situazione particolare, in quanto anche mio fratello è venuto a studiare a Roma. La mia famiglia, insomma, si ritrova a sostenere una doppia spesa che arriva a costare quasi 1.100 euro al mese, senza considerare il costo della vita a Roma e dei libri”.
Alle contestazioni, che hanno poi visto una diffusione a macchia d’olio nelle maggiori città universitarie italiane, è seguita la risposta del Governo. Il Ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, a Radio 24, l’11 maggio scorso, aveva in merito assicurato: “Abbiamo chiesto un censimento degli immobili inutilizzati affinché vengano messi a disposizione per gli studenti […] Ho chiesto la collaborazione a partire dal demanio, i Comuni e i sindaci delle aree metropolitane.
Noi siamo arrivati qualche mese fa e abbiamo già messo sul tavolo 400 milioni sugli alloggi per gli studenti e 500 milioni per le borse di studio: è quasi un miliardo sulla legge di bilancio. Poi passeremo anche ai fondi del Pnrr. Garantiamo al momento per l’assegnazione di ulteriori 7.500 posti letto. Abbiamo 40mila posti letto. Questo è già velocizzare, ma vogliamo andare avanti su questo”.
Roma, il Presidente della Regione Rocca incontra gli studenti
E nel corso delle settimane, dei mesi, la loro voce non è rimasta inascoltata. Alcuni giorni fa, infatti, a Roma il Presidente della Regione, Francesco Rocca, ha incontrato una delegazione di studenti, alla presenza del commissario straordinario dell’ente per il diritto allo studio e la promozione della conoscenza, Lazio DiSCo, Giorgio Ciardi.
L’incontro è durato oltre due ore e, come ha fatto sapere la Regione Lazio in una nota ufficiale, si è svolto in un “clima sereno e costruttivo”. Durante il colloquio Il presidente Rocca ha manifestato la vicinanza verso le tematiche del diritto allo studio e alla crisi degli alloggi ed ha ricordato quanto fatto nei primi mesi dalla sua amministrazione.
Rocca ha poi comunicato che verrà istituita “una commissione ad hoc per monitorare e trovare le soluzioni all’emergenza abitativa degli studenti universitari nella Regione Lazio”.
Il confronto, tuttavia, ha disatteso le aspettative degli studenti che tramite comunicato hanno riferito di essere delusi e che “la Regione sostiene di aver realizzato negli ultimi 6 mesi 800 posti letto in più, ma dati alla mano, ne risultano solo 300”.
Dunque, gli studenti della Sapienza che portano avanti la protesta hanno chiesto alla Rettrice Polimeni di poter intervenire durante l’inaugurazione del nuovo anno accademico che si è tenuta questa mattina in Aula Magna. Tuttavia “L’Ateneo poteva essere un alleato, ha scelto di non esserlo“, racconta Santarelli in un video postato sui social. “Più posti letto nelle residenze universitarie pubbliche, regolamentazione degli affitti brevi, innalzamento della soglia ISEE per l’accesso alle borse di studio: queste sono state le nostre proposte e ci dispiace sapere che anche le associazioni studentesche, che si definiscono più rappresentative, hanno scelto di non essere dalla parte degli studenti“, continua.
Affitti: gli ultimi dati
Oltre alle strutture che dovrebbero essere adibite a ospitare gli studenti fuorisede, il tema del caro-affitti resta centrale. L’Ufficio studi di Locare ha effettuato un’indagine considerando le sette maggiori città universitarie analizzando i costi delle stanze affittate dai privati. Se ne è ricavato che, ad esempio, a Torino, l’affitto di una stanza si aggira intorno ai 430 euro; si arriva, tuttavia, a un massimo di 870 euro mensili. Roma, invece, viaggia su cifre che vanno in media dai 610 ai 660. Milano è di certo una delle città in cui è più complesso trovare soluzioni favorevoli alle tasche di studenti e genitori: si va da 730 euro al mese fino a oltre 850 euro.