Ozempic e Tik Tok: il nuovo pericolosissimo trend diffuso tra i più giovani 

Cosa possono mai avere in comune l’Ozempic, un farmaco per il diabete mellito di tipo 2, e il social più amato dai giovanissimi, Tik Tok? All’apparenza nulla. Tuttavia, basta scavare poco sotto la superficie per trovare una strettissima e preoccupante correlazione. L’Ozempic, grazie a Tik Tok, ha assunto una funzione diversa da quella a cui è stato originariamente destinato. 

Ragazze e ragazzi hanno cominciato, infatti, a farne uso per perdere peso. Perché, e qui è doveroso aprire una parentesi sulle proprietà del farmaco, l’Ozempic abbassa gli zuccheri nel sangue e contestualmente porta a una perdita di appetito severa e perigliosa. 

Le domande da porsi sul fenomeno sono numerose. Ma la prima, su tutte, è: perché succede?

Perché i giovani fanno uso dell’Ozempic?

Banalmente, la risposta è da ricercarsi nella volontà di raggiungere la forma fisica suggerita dalle star del web, quelle che professano una magrezza irraggiungibile, talvolta fake – tanto per adeguarci al linguaggio social. 

E a poco serve ricordare quanto sia dannoso rinunciare a una sana alimentazione o pericoloso assumere un farmaco non prescritto per la cura di un determinato scompenso, perché questo tipo di attività sviliscono anche la comunicazione utile che viene fatta sul body positive e sull’accettazione e la cura di sé da esperti, istituzioni e famiglie. Aggiungiamo all’elenco anche quel parterre di influencer che condivide contenuti sull’importanza di “imparare ad amare sé stessi” e di non spingersi a seguire un modello, ritenuto SOCIALmente accettabile – in alcuni casi con un filo di ipocrisia. 

Ad ogni modo, l’utilizzo improprio dell’Ozempic va oltre la moda: perché i disturbi alimentari e altri atteggiamenti non adeguati possono anche nascere da un trend, ma sono comunque sintomatici di qualcosa di più profondo; forse di un malessere, che va indagato e compreso, o forse della totale inadeguatezza delle informazioni che soprattutto i più giovani ricevono rispetto alla gravità dei disordini alimentari e delle loro conseguenze sul fisico e sulla mente. 

I dati in Italia

Chiamiamo in causa i dati. In Italia 3 milioni di persone soffrono di disturbi alimentari. L’Ospedale Bambino Gesù di Roma pone l’accento sul numero di giovanissimi che ne è soggetto: durante il biennio 2021-2023 i casi di disturbi sono aumentati del 96,8%. I ricoveri ordinari sono passati dai 362 del 2019-2020 ai 565 del 2021-2022 (+56%). 

Resta da capire quanto l’utilizzo dei social network influisca. Una ricerca pubblicata sull’International Journal of Eating Disorders rileva che gli adolescenti che trascorrono molte ore della propria giornata sui social hanno una maggiore possibilità di sviluppare disordini alimentari. E questa è solo la punta dell’iceberg, la fase della “possibilità”. Ma poi si va oltre.

Rachel Rodgers, Professoressa Associata di Psicologia Applicata dell’NorthEastern University, interpellata da Agendadigitale.eu, ha certificato che larga parte dei contenuti diffusi sui social ritraggono “aspetti esteriori irrealistici ed irraggiungibili e che forniscono informazioni relative ai cambiamenti della forma del corpo attraverso disturbi del comportamento alimentare”. 

L’inchiesta del Wall Street Journal

E c’è di più, perché immagini e video vengono proposti da un algoritmo aggressivo, sprezzante dell’intenzione dei fruitori. Il Wall Street Journal, alcuni mesi fa, ha avviato un’indagine che ha per protagonista proprio il funzionamento dell’algoritmo di Tik Tok. 

Lo storico quotidiano statunitense ha dapprima preso in esame la segnalazione di una giovane adolescente che in passato aveva sofferto di disturbi alimentari e che, dopo essersi iscritta a Tik Tok, aveva fatto in modo di segnalare alla piattaforma, attraverso il “non mi interessa” – un tasto che gli addicted ben conosceranno -, di non voler vedere contenuti che replicassero comportamenti sbagliati in relazione al cibo, spesso contrassegnati dall’hashtag #dca (disturbi del comportamento alimentare). Peccato che, in un modo o nell’altro, il social cinese continuava a riproporglieli. 

L’indagine del Wall Street Journal si è protratta per diversi mesi. Il quotidiano ha evidenziato quanto fosse pressante il continuo “consigliare” da parte della piattaforma contenuti sull’alimentazione. Le famose For You Page sono una sorta di Hydra di Lerna: per ogni testa tagliata ne ricrescono tre. 

Tik Tok ha poi modificato – ma solo in parte – l’algoritmo, lasciando comunque girare video il cui focus sono cibo, calorie, peso e così via: processo definito filter bubble. Una sorta di bolla da cui è impossibile uscire. 

Si aggiunge anche che hanno tuttora estrema diffusione contenuti in cui alcuni utenti mostrano il proprio calvario: ovvero condividono il “prima e dopo” della malattia, nel caso specifico si fa riferimento all’anoressia e alla bulimia e tali prodotti finiscono nello scroll continuo degli altri fruitori. E poi, perché non è finita qui, grazie agli hashtag è possibile comunque risalire ai video “nascosti” dalla piattaforma. Insomma, gli utenti più fragili possono comunque aggirare il sistema. 

Il fenomeno Ozempic e le sue conseguenze

Torniamo così all’Ozempic. In primo luogo, è necessario riferire che alcuni personaggi celebri, con milioni e milioni di follower, ne fanno uso. Un esempio, come riporta The Cut, testata di cultura, costume e spettacolo del New York Magazine, è rappresentato da Elon Musk e Rosie O’Donnel, i quali hanno ammesso di aver assunto il farmaco. Più nebulosa è invece la situazione di star come Kim Kardashian (348 milioni di follower); secondo i media l’influencer si sarebbe servita dell’Ozempic per entrare nel vestito sfoggiato al Gala del MET. Tuttavia, l’entourage e la stessa Kardashian hanno negato. 

Di certo non è imputabile solo alle star la diffusione del trend Ozempic. Sono, più che altro, i video del “prima e dopo” a incalzare gli utenti: persone dimagritissime dopo essersi iniettate il farmaco. 

Sono due le principali criticità legate al fenomeno: la prima riguarda gli effetti collaterali; la seconda, invece, l’improvvisa penuria del farmaco nei magazzini. Ma procediamo con ordine.

Quanto agli effetti collaterali bisogna ricordare che il farmaco non è prescrivibile per la sola perdita di peso; pertanto, si potrebbe andare incontro a una serie di problematiche legate alla salute anche molto gravi. La stessa azienda che produce l’Ozempic ha preso posizione ribadendo che: “non promuoviamo, suggeriamo o incoraggiamo in alcun modo l’uso del farmaco off-label (ovvero utilizzati in maniera impropria)”. L’unico modo per perdere peso, qualora ce ne fosse realmente il bisogno, è avviare un percorso con degli specialisti. 

Anche l’AIFA lancia l’allarme

Le scorte scarseggiano. Ebbene, da quando il fenomeno si è sviluppato sui social, la quantità di farmaco prodotto ha iniziato a essere insufficiente. La domanda è aumentata esponenzialmente in tempi brevissimi. Negli Stati Uniti la società di analisi di dati sanitari Iqvia ha fatto sapere che solo nel dicembre scorso le prescrizioni per l’Ozempic sono state 1,2 milioni, ovvero il 64% in più rispetto allo stesso mese del 2021. 

In Italia anche l’AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco, ha chiarito che: “l’Ozempic è indicato esclusivamente per il trattamento di adulti affetti da diabete mellito di tipo 2 non adeguatamente controllato in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico. Ogni altro utilizzo, inclusa la gestione del peso, rappresenta un uso off-label e attualmente mette a rischio la disponibilità di Ozempic per la popolazione indicata”. In proposito, nella nota informativa l’Agenzia aggiunge: “L’aumento della domanda di Ozempic ha portato a carenze che si prevede continueranno per tutto il 2023. Sebbene la fornitura continui ad aumentare, non è possibile prevedere con certezza quando risulterà sufficiente a soddisfare completamente la domanda attuale”.

Se ne deduce che le persone affette da diabete di tipo due potrebbero non avere più facilmente accesso alle cure

 

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