Le bolle scoppiate in estate e le urgenze di settembre

Agosto si trascina stanco verso la sua conclusione. Con un passo stremato, nonostante le ferie e le vacanze, sta per lasciare il posto ad un mese che si preannuncia a dir poco caldo, non solo dal punto di vista climatico. A rendere settembre infuocato sono le bolle che sono esplose negli ultimi 60 giorni ed il disagio che si sta espandendo nella società. Come un blob, scivola per le strade nutrendosi di devianza, povertà anche d’animo, miseria, intolleranza, sofferenza, odio e violenza.

Non si può negare l’evidenza

Che il 2023 sia uno degli anni più caldi della storia non ci sono dubbi. È inutile provare a minimizzare sugli effetti climatici e trincerarsi dietro frasi fatte, scontate e banali. Le rilevazioni effettuate inseriscono questo anno al terzo posto dei più caldi mai registrati nel nostro Pianeta. I ghiacci si sciolgono. I mari e gli oceani crescono di volume e ribollono. La conseguenza di avere delle acque con una temperatura superficiale elevata è che l’evaporazione sarà maggiore. Più vapore acqueo sarà disponibile nell’atmosfera e più intense potranno essere le precipitazioni. I fenomeni atmosferici diventeranno, se già non lo sono, sempre più violenti e devastanti.

Alluvioni, nubifragi, ondate di calore, tempeste tropicali ed uragani si abbattono su posti in cui non si sono mai verificati. Chi ha mai sentito parlare di uragano mediterraneo? Ed invece, il termine MediCane (Mediterranean Hurricane) si sta imponendo nel vulgus e nel suo linguaggio. Quando un nuovo termine occupa un suo preciso spazio nel vocabolario comune, vuol dire che tutti ne comprendono il significato. Con ogni probabilità, anche i suoi effetti e le ripercussioni a carattere globale.

Difendere la casa comune: il monito del Santo Padre ai Governi

Anche per questo, per invitare i Potenti della Terra e i suoi abitanti ad avere cura della casa comune, Papa Francesco sta pensando di aggiornare il Laudato Si’, l’enciclica scritta nel 2015 per sensibilizzare i fedeli sull’importanza di limitare le emissioni inquinanti e sul principio dell’ecologia integrale.

Il pensiero cattolico racchiuso nell’enciclica è una traccia che guida i Governi di tutto il mondo. Non è un mistero che pure l’Italia si attenga ai principi ispiratori del Laudato Si’. Il tema dell’ambiente e dei cambiamenti climatici è molto caro al Premier Giorgia Meloni e ai Ministri, a tal punto che il Prof. Francesco Corvaro dell’Università Politecnica delle Marche è stato nominato inviato speciale per il cambiamento climatico.

Le bolle economiche e sociali sono già scoppiate

L’agenda del Governo italiano a settembre sarà interessata pure da altri dossier volti a contrastare sia lo spettro di una crisi economica, che ha interessato alcuni mercati e che rischia di inquinare o di frenare la crescita italiana, sia una deriva sociale che merita attenzione e provvedimenti.

Dalla Cina all’Europa, soffiano venti di crisi che incutono timore. Se il colosso orientale è alle prese con una crisi economica e finanziaria dovuta alla bolla edilizia, tanto da rievocare un déjà-vu, ossia il crack del 2008 della Lehman Brothers, Germania, Olanda e Ungheria, con due trimestri consecutivi di Pil negativo, sono entrate in recessione tecnica. Un campanello d’allarme è suonato anche a Roma. Si rischia di rivedere al ribasso la crescita annua del nostro Prodotto Interno Lordo, proprio quando si sta per affrontare le legge di bilancio e si stanno pianificando dei pacchetti di intervento per sostenere l’economia, le famiglie e le categorie più fragili.

Il taglio del cuneo contributivo, il rinnovo delle misure pensionistiche, la flat tax e le aliquote IRPEF, la social card alimentare, il welfare per i lavoratori dipendenti, come pure la tanto discussa tassazione degli extraprofitti delle banche, gli interventi per il Terzo Settore ed il freno all’eventuale rialzo del prezzo dei carburanti, sono solo alcuni dei temi più scottanti che saranno affrontati dal primo Consiglio dei Ministri e dal ritorno in aula di parlamentari e senatori.

Interventi urgenti per evitare la deriva

Oltre all’economia, però, dilaga il disagio. Servono misure, non solo di prevenzione, per arginare i fenomeni di violenza di genere e i femminicidi che si sono registrati negli ultimi mesi. Dall’inizio dell’anno, in Italia, più di 70 donne hanno perso la vita in ambito familiare o affettivo. Una strage che non si ferma, come pure i casi di violenza sessuale denunciati da giovani e minori. Racconti e numeri drammatici che descrivono la punta di un iceberg ma non il sommerso e le crepe di una società malata, deviata, brutale e primitiva.

La violenza, in questo caso, la si può contrastare con la cultura, con l’educazione e con un lavoro coeso ed interconnesso tra tutte le agenzie educative. E pure in maniera continua ed ancora più energica: a suon di applicazioni delle leggi, con pene certe, o di decreto legge. Urgente, perché si rischia la deriva della società.

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