Capraia, l’intreccio di vite nella Torre di libri: intervista a Viola Viteritti ed Elisa Casagrande Montesi

Il mare d’inverno è un concetto che il pensiero non considera. È poco moderno, è qualcosa che nessuno mai desidera. Alberghi chiusi, manifesti già sbiaditi di pubblicità. Macchine tracciano solchi su strade“, lo canta Loredana Bertè, in uno dei suoi brani più noti. Il mare d’inverno è il preludio di quello che sarà quando le temperature si alzeranno e i colori torneranno a brillare. Il mare d’inverno è equilibrio, placidità, è nostalgia da lacrime salate e sorrisi di speranza. C’è chi di tutto questo ha deciso di coglierne l’essenza più profonda, romantica e concreta per dare vita a una realtà potente che parla di libri, cultura e incontri. 

Parliamo di Viola Viteritti, 33 anni, laureata in Storia e critica di arte e spettacolo e prossima a conseguire un ulteriore titolo in insegnamento della lingua e della cultura italiana agli stranieri. Viola, fiorentina di nascita, oggi vive a Capraia, un’isola che conta poco meno di quattrocento abitanti, distante 60 km da Livorno e poco più di 30 dalla Corsica. E lì, in un luogo dove il tempo scorre seguendo il ritmo di un mare quieto che avvolge le coste e le coccola, Viteritti si impegna con orgoglio a far fiorire e crescere iniziative di stampo culturale. 

La Torre del Porto, costruita nel 1516, quella che troneggia sull’intero paesaggio, maestosa e vigile, è oggi una biblioteca, una Torre di libri, e Viola ne è la sua custode. Cittadina da sempre, ma isolana nel cuore. “Prendermi cura del primo posto dedicato ai libri, da avida lettrice – racconta a noi di risorse.news – e insieme tenere aperto un monumento dell’isola come la Torre del Porto è un sogno che si realizza e mi riempie di soddisfazione”. 

torre capraia

Ed è suggestivo pensare che l’esperienza sia diventata tale, smettendo i panni di un progetto fatto di pensieri, carta e parole, nell’anno più difficile: il 2020. E grazie al supporto e alla collaborazione con determinate realtà – tra cui la Pro loco, l’amministrazione comunale e la cooperativa ITINERA – nel 2023 la Biblioteca di Capraia è un punto di riferimento. 

La Torre di libri, oggi, vive d’estate quanto d’inverno; tra isolani e turisti i volumi non sono mai soli. E si fa rete, si sta insieme per condividere cultura e umanità. Non è un caso che proprio nella biblioteca di Capraia abbia preso vita il progetto Human Library, di cui è referente appassionata Elisa Casagrande Montesi

Intervista a Viola Viteritti ed Elisa Casagrande Montesi

 

Viola, hai scelto i libri, hai scelto il mare. Intraprendenza e concretezza: non è semplice, oggi, lasciare la città e soprattutto dedicarsi ai libri, scegliere la cultura. Come procede questo “cambio vita”?

A meraviglia, ti ringrazio. Ho scelto le due cose che più amo, insieme all’isola. Era da tutta la vita che volevo farlo. Fin da piccola, stavo male quando era il momento di partire e tornare in città, dove abitavamo d’inverno. Non che là stessi male, ma Capraia è un’altra dimensione, un’altra vita, un altro ritmo, ha altre priorità. Crescere su un’isola è stata una fortuna e sono molto grata per questo.

Ho avuto un’infanzia libera, a contatto con la natura. Da adulta, prendermi cura del primo posto dedicato ai libri, da avida lettrice, e insieme tenere aperto un monumento dell’isola come la Torre del Porto è un sogno che si realizza e mi riempie di soddisfazione. Non è stata una scelta semplice, sapevo che avrei rinunciato a molto. Ma l’amore per l’isola è una forza motrice. È anche un modo per elaborare le situazioni difficili che la vita porta ad affrontare e rimettere se stesse al centro, in modo positivo. Ho scelto una sfida e la ricerca di chi ero veramente.

Oltre ad avere una location unica, storica e molto suggestiva, ospitate migliaia di volumi. Com’è l’affluenza? Accantonando per un attimo i dati statici; dal tuo punto di vista e da quanto percepisci ogni giorno: le persone vogliono ancora leggere?

Le persone leggono ancora, c’è passione e interesse… nonostante, parlando dei residenti, un iniziale scetticismo. La biblioteca non era considerata una priorità, su un’isola in cui mancano molti degli agi della vita “normale”. L’affluenza è bella e soddisfacente: in inverno, i residenti che partecipano alle iniziative e prendono libri in prestito o entrano alla ricerca di consigli di lettura sono molti, ed è bello conoscere i gusti di ognuna e di ognuno.

Il turista ricerca, poi, sia libri che parlano di Capraia, sia qualsiasi altro tipo di lettura, e rimane sorpreso a vedere quanto sia fornita e aggiornata la biblioteca. Con la specifica che sono soprattutto le donne a leggere, in rapporto di 9 a 1! Le persone leggono, ma bisogna che intorno ci sia un circuito di iniziative, di promozione e di fiducia. Che la cultura non sia vista come uno scaffale polveroso e barboso, calato dall’alto, ma che sia di persone e per le persone. Un espediente per stare insieme… e amare le storie, nel mentre. Non solo i libri, che sono il mezzo, ma il raccontare e il raccontarsi, le parole, la lingua, l’immaginazione.

Il progetto è stato avviato nel 2020, un anno nefasto. Come è stato conciliare l’inizio di qualcosa di così importante con una pandemia in corso? Quali sono stati gli step più complessi? E quali quelli che vi hanno regalato maggiori soddisfazioni?

Viola: È stato un anno pieno di dolore. Ma ci ha messi tutti di fronte a noi stessi, fermi come eravamo sul divano di casa, a chiederci dove avremmo voluto essere e dove avremmo voluto andare una volta “liberi”. E lì credo sia scattato qualcosa: cosa mi impediva, in fondo, davvero, di fare ciò che fin da piccola avrei voluto fare? Smettendo di correre, tutto il bagaglio che ci portiamo dentro ci piomba addosso con forza, reclamando il suo spazio e il suo valore.

Non mi mancava niente in città, ed era quello il problema: avevo troppo, troppe distrazioni. Mi mancava dare un senso maggiore a chi ero veramente – fosse ciò positivo o negativo. Quando la biblioteca ha aperto i battenti, a settembre 2020, non ero ancora sull’isola. Ma le maggiori soddisfazioni sono vederla crescere ogni giorno, e vedere le persone venire alla Torre in cerca di consiglio. Dispensare cultura gratuitamente, supportate da donazioni di libri e dal bonus di acquisto Franceschini, è un diritto e un dovere meravigliosi.

Elisa: Il 2020 è stato un anno sconvolgente per tutti. Noi abbiamo vissuto l’isolamento nella maniera più STRETTA. La nave, sì, arrivava tutti i giorni, ma nessuno poteva né salire né scendere, ne deriva che questo momento di grande riflessione e, ripeto, isolamento ci ha portato ancora di più a riappropriarci nei nostri spazi, della natura e dell’isola. Il progetto di una futura biblioteca è nato prima della pandemia. Durante il covid ci siamo ritrovati a catalogare vecchi libri impolverati che non sapevamo nemmeno di avere, poi grazie a donazioni e alla preziosa collaborazione della cooperativa ITINERA di Livorno, il sogno della torre di libri si è avverato.

Sono tantissime le attività a cui vi dedicate: dai circoli di lettura al progetto Human Library. Ce le raccontate?

Elisa: Con la stesura del bando PNRR Borghi, tra i vari interventi che l’amministrazione aveva pensato di intraprendere troviamo la Human library, progetto nato in Danimarca in cui, anziché prendere in prestito un libro, si “prende in prestito una persona” che racconta di sé, un aspetto della sua storia. Nel nostro caso, declinato “isolanamente”, sarà un progetto della durata di 4 anni e intendiamo intervistare o, più che intervistare, ASCOLTARE LE NOSTRE STORIE di capraiesi, per mettere il punto d’inizio alla raccolta della nostra storia contemporanea (non ci sono molti libri su Capraia).

E così durante l’estate appena finita abbiamo ascoltato le più svariate storie, da Carlo ed Elio Vito – due bàmbuli di Capraia, che ci hanno raccontato la loro infanzia sull’isola durante la Seconda Guerra Mondiale, parlandoci anche in Capraiese, dialetto ormai scomparso – alla maestra Stefi, che ogni giorno da tantissimi anni accoglie i suoi alunni con un abbraccio e che sull’isola era arrivata solo per una supplenza. O come Giuseppe De Pasquale che è stato il cuoco della colonia penale dell’isola negli anni ‘50 circa. E tante, tante altre. La visione, i racconti e la memoria di tutti noi isolani, di nascita e non, sono importanti e noi vogliamo prendercene cura e preservarla.

Elisa Casagrande Montesi intervista Carlo Vito

Queste attività “fanno rete”. Le persone si incontrano, si conoscono, si raccontano. Quanto è importante oggi ritrovarsi, stare insieme?

Viola: È di vitale importanza. Come dicevo, è tutta lì la differenza fra una biblioteca e una semplice stanza con i libri dentro. Le persone sono essenziali: dalla fondazione della biblioteca – grazie alla Cooperativa Itinera – alla Pro Loco di Capraia, soprattutto nelle persone di Cosimo Frasciello, Lorenzo Castellani e Laura Della Rosa, che mantengono attivo il progetto.

A chi si spende per creare iniziative e portarle avanti: Antonella Vito, la fondatrice della biblioteca, e Simonetta Filippi, “bibliotecaria volontaria”, come si definisce lei. Al Comune di Capraia, che manda avanti l’iniziativa. E non solo: il circuito provinciale Sistema Bibliotecario di Livorno, la Regione Toscana. I collaboratori e le realtà contattate per le varie iniziative: una su tutte la prima edizione del Premio Letterario del Mare dedicato a Piero Ottone, costruita passo-passo da settembre 2022 e ospitata sull’isola a giugno.

Questo per dire che è comune il fraintendimento che i libri (e la cultura, essere astratto non meglio identificato) non siano una priorità. Lo sono, alla stessa maniera in cui è di vitale importanza fare comunità – e dedicare del tempo a se stessi leggendo un libro. Nell’epoca in cui viviamo, è banale parlare di connessioni. Ma se sei su un’isola a tre ore di navigazione dalla costa italiana, con una sola nave al giorno e circa trecento abitanti, tutto acquista un peso specifico diverso e diventa tutt’altro che banale.

In tal senso, collaborate anche con altre realtà, magari associazioni o enti con cui condividete intenti e obiettivi?

Viola: La Pro Loco è il motore di tutto: è una realtà in crescita, una rete di eventi e iniziative che stanno riscuotendo un grande successo. Non solo di lettura, ovviamente. La più famosa è la Sagra del Totano, famosa in tutta Italia, che ha luogo fra ottobre e novembre e richiama tutti su un solo elemento: il cibo! Torno a nominare la scuola, il comune e il Sistema bibliotecario di Livorno. Con quest’ultimo, stiamo lavorando per attivare e promuovere il prestito interbibliotecario, che darebbe ancora un più ampio respiro alla nostra piccola realtà.

Quali sono i prossimi passi della biblioteca di Capraia? Cosa dovremo aspettarci in futuro?

Viola: Mi auguro che la biblioteca cresca sempre di più, non solo in numero di volumi, ma come luogo di incontro e di ritrovo. Già adesso, l’inverno ci troviamo nel fine settimana per prendere insieme un tè, leggere, mangiare qualche biscotto e parlare.

E mi auguro che questo non venga mai a mancare. È stato particolarmente importante sottolineare eventi come la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con letture dedicate, o la Giornata del Libro, o della Terra. Le letture per la scuola: stiamo pensando al Giorno dei bambini, occasione in cui la biblioteca sarà tutta per loro, almeno una volta al mese.

E il Premio letterario Piero Ottone: quest’anno ha contato molti partecipanti di qualità, le maggiori case editrici italiane e una Giuria di primo spessore, con presidente Loredana Lipperini. Sarebbe un sogno vederlo crescere e diventare un punto di riferimento, come il Campiello o lo Strega, per la letteratura di mare, di viaggio e di isole.

A circuito stretto, sta prendendo piede considerare la Torre – la biblioteca – come punto di informazione e ricerca storica. Questo è essenziale per il prossimo Centro di documentazione, in creazione, e per la promozione della cultura e delle radici isolane. Come è stato detto, non per difendere, ma per conoscere, e conoscersi.

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