Nel nome del bene comune, 5 protagonisti dell’associazionismo italiano

Mani che ne stringono altre. Che a loro volta si legano saldamente ad altre mani, fino a formare una catena che crea coesione ed unisce insieme gli uomini nella società. È qualcosa di potente ma non opprimente. Quando c’è il rischio di disgregazione sociale o quando lo Stato non può intervenire, le maglie di questa catena diventano più strette. Non lasciano indietro nessuno, soprattutto i più deboli e i più fragili. A renderle più forti e ferree sono delle nobili aspirazioni, delle precise missioni ed alcuni principi: in primis, la solidarietà e la responsabilità. Questa grande catena di mani che si afferrano, unendo gli uomini nella società, in ogni caso, ha un nome preciso. Tito Livio, storico romano, l’ha definita con la locuzione bene comune.

Bene comune: la grande catena che lega insieme gli uomini nella comunità

È un concetto filosofico ma anche il motore di quelle realtà che, grazie alle loro azioni, alla loro capacità di rispondere ai bisogni e alle esigenze di una comunità e alla collaborazione di persone che liberamente e gratuitamente dedicano parte del loro tempo alla nobile causa, sono un punto di riferimento per la cittadinanza.

Questa settimana risorse.news parla di associazionismo, un pilastro del bene comune insieme al volontariato. Lo fa anche in occasione di un evento particolare, indetto dal Forum Terzo Settore. Il prossimo 28 settembre, a Roma, si celebra la giornata dedicata a quelle organizzazioni a carattere prevalentemente volontario che costituiscono il cosiddetto Terzo Pilastro dello Stato.

 

Il quadro italiano: crescono le realtà del non-profit ma calano i volontari

L’ultimo ritratto del non-profit, realizzato nel 2021, l’anno successivo all’inizio della pandemia, ci mostra una galassia in continua trasformazione ed in forte crescita. Rispetto al 2001, il numero di realtà che promuovono il bene comune è aumentato del 50%. Dalle 235.000 unità si è passati alle 363.499 (fonte: Istat). Se si considera che nel 2011 le organizzazioni del terzo pilastro erano 301.000, si può asserire che la crescita è stata costante. Vuol dire altresì che i cittadini, come garantito dall’articolo 18 della Costituzione, si sono associati liberamente per rispondere alle esigenze del tessuto sociale.

Servirebbe il ricambio generazionale

L’aumento delle organizzazioni, però, non è stato supportato dalla crescita del numero di volontari. La flessione, rispetto al 2015, è stata del 15,7%. Il dato non è ancora allarmante ma un po’ di preoccupazione la provoca. Il numero di persone che orbitano nel volontariato si attesta, in ogni caso, oltre quota 4 milioni (4,661 milioni per l’esattezza). Quello che manca è il ricambio generazionale. Vuol dire che sono pochi i giovani che dedicano parte del loro tempo libero ad un’associazione che promuove il bene comune.

Per fortuna, e lo capirete nel corso di questa settimana, c’è chi prova ad invertire la tendenza.

Il nostro obiettivo: valorizzare l’associazionismo

Gli articoli che vi proponiamo hanno uno stile preciso: l’intervista. Parliamo di un genere che ci ha permesso di conoscere meglio alcuni dei protagonisti del Terzo Settore e di approfondire con loro temi di enorme rilevanza sociale. Passeremo dall’importanza di un mondo libero dall’inquinamento da plastica al supporto offerto alle persone con disabilità o all’assistenza a chi si trova a vivere momenti difficili da un punto di vista economico, sociale e relazionale. Ci sarà lo sport, con la sua funzione sociale e pedagogica e i suoi valori, e pure la cultura.

Dietro ad ogni iniziativa, indipendentemente dal campo di intervento, c’è sempre un’azione umana che merita di essere raccontata con grande senso di responsabilità e trattata con la maggiore accuratezza possibile. Noi abbiamo scritto ogni riga con l’intento di valorizzare il principio di sussidiarietà che governa l’associazionismo e cercando di realizzare il nostro personalissimo dipinto delle organizzazioni che abbiamo deciso di portare alla vostra attenzione.

Chi promuove il bene comune?

Forse, non tutti i nomi dei protagonisti delle nostre storie vi suoneranno familiari. Qualcuno lo avrete conosciuto anche di persona; qualcun altro, invece, sarà una piacevole scoperta. Ma di un aspetto siamo sicuri: almeno una volta nella vostra vita, avrete sentito parlare delle organizzazioni che dirigono o in cui operano. Se così non fosse, allora questo è il momento di approfondirne la conoscenza grazie a risorse.news. Perché queste persone, che non stanno mai con le mani in mano, sono degli esempi da seguire.

Alessandro Ossola e Bionic People

Torinese, 36 anni da compiere il prossimo 23 novembre, Alessandro Ossola è un campione paralimpico (ha corso la finale dei 100 metri alle Paralimpiadi di Tokyo, n.d.r.) che vuole ribaltare paradigmi e cambiare la prospettiva con la quale le persone vedono e trattano la disabilità. È un ragazzo solare, con un’energia travolgente, che non si ferma dinanzi a nulla. Con lui abbiamo parlato di Bionic People, di inclusione, di diritti e di promozione nel mondo paralimpico di una disciplina sportiva molto in voga.

Alessandro Ossola
Alessandro Ossola, atleta paralimpico e fondatore di Bionic People

 

Giovanni Ferrero e la Consulta per le Persone in Difficoltà

Con Giovanni Ferrero abbiamo trattato le nuove esigenze dei cittadini post pandemia, il rapporto di una associazione con il suo territorio ed affrontato pure una forma particolare di volontariato: quello aziendale. Ferrero è il direttore della Consulta per le Persone in Difficoltà, nota all’ombra della Mole con l’acronimo CPD. La CPD è un’organizzazione che da 35 anni è un punto di riferimento per i torinesi ed è pure un esempio di come si opera nel Terzo Settore.

associazionismo, bene comune e volontariato: l'esempio di Giovanni Ferrero e della Consulta per le Persone in Difficoltà
Dicembre 2022, Giovanni Ferrero riceve il Premio Gala dello Sport dalle mani del Presidente nazionale di OPES, Juri Morico

Nessuno ferma gli InSuperAbili

Davide Leonardi, invece, è il fondatore ed il presidente di un’associazione di livello nazionale che promuove l’inclusione tramite l’insegnamento del gioco del calcio. È il trascinatore degli InSuperAbili, ma non il frontman. I protagonisti di questa splendida galassia, che ha sedi in 17 località dello Stivale, sono i suoi calciatori e i suoi tecnici, professionisti che sul terreno di gioco applicano una precisa metodologia di lavoro. A sostenere il lavoro degli InSuperAbili sono scesi in campo anche testimonial del calibro di Giorgio Chiellini e Gianluigi Buffon.

 

Plastic Free, un movimento che unisce l’Italia nella lotta all’inquinamento da plastica

Un articolo, poi, parla di Plastic Free. Il brand, passateci il termine mutuato da un vocabolario di marketing, non ha bisogno di presentazioni. Parliamo di una realtà che in pochi anni – è stata fondata nel 2019 – ha preso le sembianze di un movimento nazionale. Non demonizza la plastica, ma si prefigge di informare e sensibilizzare i cittadini sulla pericolosità di questo materiale sintetico. Le loro iniziative e i loro progetti? Li scoprirete dalle parole del Direttore, Lorenzo Zitignani, il classico romagnolo che non si ferma mai e che realizza sempre quello che ha in mente, e di Aurora Navarra, una volontaria che è diventata la referente di una provincia calabrese.

 

Le parole di Viola Viteritti

Infine, c’è la storia singolare di Viola Viteritti. È talmente particolare che non vogliamo spoilerarvi nulla. Vi diamo solo alcuni indizi. L’ambito è quello culturale e a fare da sfondo a questa iniziativa ci sono il mare, il senso di libertà ed il potere delle parole. Sia quelle scritte, sia quelle orali.

 

Ogni intervista ci ha aperto una porta, permettendoci di comprendere appieno il bene comune, il valore sociale dell’associazionismo e la voglia dei nostri protagonisti di realizzare qualcosa che sia utile al prossimo. Questa, come scriveva Sofocle, è l’opera umana più bella.

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