IVA per il Terzo Settore, il Governo vuole evitare il trauma

A 7 anni dalla legge delega del 6 giugno 2016, n. 106 sulla Riforma del Terzo Settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio Civile e a quasi 2 anni dall’istituzione del RUNTS (Registro Unico del Terzo Settore), i numeri del comparto evidenziano una continua e costante crescita degli operatori. Gli Enti iscritti al Registro sono 116.000, di cui 22.000 nuovi, mentre le imprese sociali che si sono costituite a partire dal 2017 hanno raggiunto quota 5.000. Dati incontrovertibili che fotografano come il comparto del non-profit e del sociale ricopra un ruolo fondamentale nel Sistema Paese, oltre al fatto di generare valore.

Il buono stato di salute, al quale hanno contribuito negli ultimi tre esercizi anche i numeri dei donatori verso le organizzazioni del Terzo Settore (+5%) ed il sensibile aumento dell’importo delle donazioni (+40%), però, si scontra con le grigi nubi che si osservano all’orizzonte. Il 1° luglio, infatti, per tutto il mondo dell’associazionismo, non solo per gli Enti iscritti al RUNTS, scatteranno le nuove norme sull’IVA (imposta sul valore aggiunto). È normale che, ad 8 mesi dalla fatidica data, perplessità e timori attanaglino i protagonisti del bene comune. La riforma fiscale, necessaria per rispondere alle normative UE e ad una procedura di infrazione del 2010, necessita ancora di spiegazioni, accorgimenti e comprensione dei nuovi adempimenti da assolvere.

IVA: il Governo vuole evitare l’effetto trauma per il Terzo Settore

Il Vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, intervenendo alla presentazione del Rapporto annuale di Terzjus sullo stato e sull’evoluzione del Terzo Settore in Italia ”Dalla regolazione alla promozione. Una riforma da completare”, ha accennato alla risposta del Governo in merito alle problematiche relative al passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione. La strada che sarà battuta potrebbe essere quella della semplificazione. I meccanismi, invece, potrebbero essere simili a quelli già previsti per le organizzazioni di volontariato e per le associazioni di promozione sociale. L’obiettivo, come ha accennato il Vice ministro Leo, è quello di evitare un effetto trauma per il Terzo Settore.

Un cambio di rotta drastico

Il nuovo regime di esenzione IVA rappresenterà sicuramente un cambio di rotta drastico, perché quei servizi che prima non rientravano nel campo dell’imposta sul valore aggiunto, visto che si consumavano all’interno della vita associativa o che erano conformi alle attività statutarie dell’Ente, dal prossimo 1° luglio vedranno l’applicazione del tributo.

Un caso eclatante riguarda la somministrazione di cibi e bevande da parte delle associazioni di promozione sociale. Saranno soggetti ad esenzione dell’IVA solo quei servizi a favore degli indigenti, mentre in tutti gli altri casi si resterà nel campo dell’aliquota ordinaria. Il fornire cibi e bevande ad un socio, tesserato o partecipante potrebbe trasformarsi per una associazione di promozione sociale da attività irrilevante ad una che è totalmente soggetta ad imposta.

Riforma fiscale, imposta sui redditi e IRAP

Leo, poi, si è soffermato sia sulle modifiche previste dalla legge delega per la riforma fiscale n. 111/2023, che all’articolo 2 rivela la volontà del legislatore italiano di razionalizzare e semplificare il sistema tributario per il Terzo Settore, sia sugli aspetti tecnici che riguardano le imposte sui redditi e sull’IRAP.

L’articolo 6 della legge del 9 agosto 2023, n .111 annuncia l’introduzione e la conseguente definizione di un regime speciale in caso di passaggio dei beni dall’attività commerciale a quella non commerciale e viceversa, per l’effetto del mutamento della qualificazione fiscale di tali attività in conformità alle disposizioni adottate in attuazione della delega conferita dalla legge del 6 giugno 2016, n. 106 (delega al Governo per la Riforma del Terzo Settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio Civile Universale).

Se per l’IVA sono previsti interventi di semplificazione e razionalizzazione, per l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP), al momento, non ci sono grosse novità. Il che vuol dire caos ed effetti negativi per gli Enti iscritti al RUNTS.

Incentivi al lavoro nel Terzo Settore

Infine, un tema molto sentito: l’occupazione. Il Vice ministro Leo ha parlato di incentivi che aiuteranno la crescita degli occupati nel Terzo Settore. Il concetto è molto semplice: chi più assume, meno paga. Nel 2024, pertanto, ci saranno sicuramente più assunzioni rispetto al 2023, con benefici più alti per chi inserisce all’interno del proprio organico donne con figli, persone che escono dal reddito di cittadinanza e giovani al di sotto dei 30 anni.

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