Legambiente “Ecosistema urbano 2023”: le performance ambientali delle città italiane

Quello dell’ambiente è un tema caldissimo. I cambiamenti climatici, le emissioni generate dalla mobilità pubblica e privata, le abitudini quotidiane rispetto ai consumi alimentari, il mercato legato alla transizione ecologica: tutti aspetti sempre più dibattuti e approfonditi a livello globale. 

 

In proposito, Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE, ha redatto e presentato a Roma, presso la libreria Spazio Sette e in diretta streaming sui canali social di Legambiente (YouTube, sito nuovaecologica.it) e sul sito de Il Sole 24 Ore lo scorso 23 ottobre, il report Ecosistema Urbano 2023, che fotografa le performance ambientali di 105 Comuni italiani. All’evento hanno preso parte esperti del settore, esponenti politici e istituzionali e amministrazioni locali. 

Nonostante nel corso degli ultimi trent’anni si siano registrati lievi miglioramenti, le emergenze urbane restano sempre le stesse: smog, trasporti, spreco idrico e la mobilità

Sul tema il dibattito è apertissimo a livello europeo; azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050, infatti, è l’obiettivo posto dall’Unione Europea. Tuttavia, la strada da percorrere è lunga e spesso in salita, tanto che, allo stato attuale, non solo sembra utopico parlare di neutralità climatica, ma è anche molto complesso pensare al 2030 come l’anno in cui si conterà un 55% in meno di emissioni di gas serra. 

Il rapporto di Legambiente

La trentesima edizione del report intende fare il punto sugli anni di studi e monitoraggi delle città, iniziati nel lontano 1994, presentando anche la classifica 2023 che vede Trento alla guida della graduatoria per performance ambientali seguita da Mantova e Pordenone. Al settimo posto Cosenza, prima città del Sud, alle sue spalle Cagliari 16ª e Oristano 22ª. Roma è solo 89esima, fanalino di coda per Caltanissetta (103 ª), Catania e Palermo (entrambe 105 ª). Milano si piazza al 42esimo posto (la scorsa edizione era scesa al 38esimo posto), Firenze slitta al 53esima posto e Genova al 58esimo posto.

Commisurando i dati e le circostanze, Legambiente ritiene che la crescita sostenibile delle città sia rallentata a causa di interventi “troppo a compartimenti stagni” che non hanno consentito quell’accelerata che serviva alle aree urbane. 

E, dunque, accanto ai lenti e progressivi miglioramenti come l’aumento della percentuale di raccolta differenziata (dal 4,4% in media del ‘94 al 62,7% nel 2022 ma solo in alcuni capoluoghi) e delle piste ciclabili (passate da una media di 0,16m equivalenti/100 abitanti nel ‘98 a una media di 10,59m equivalenti/100 abitanti nel 2022), in questi 30 anni non sono mancati stalli e ritardi. 

Nessun miglioramento, ad esempio, sul tema della mobilità legata ai mezzi privati. Legambiente spiega infatti: “il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa: 66,6 auto ogni 100 abitanti; è cresciuta la produzione complessiva di rifiuti (passando da una media pro capite di 455 kg/anno del ‘94 a 516 kg/anno nel 2022), e il trasporto pubblico è ancora lontano dalle medie europee ed è passato da 97 viaggi pro capire all’anno nel ’95 ai 65 viaggi pro capire all’anno nel 2022)”.

 

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La classifica

Legambiente incorona Trento come Regina delle Città green, seconda lo scorso anno e già vincitrice due e tre edizioni fa. Il capoluogo trentino, in tal senso, mantiene un buon livello di qualità dell’aria migliorando leggermente nelle medie relative a NO2, rimanendo nei limiti per il Pm10 e per il nuovo Pm2,5, mentre peggiora nei giorni di superamento dell’ozono.

A conquistare il secondo gradino del podio è Mantova, decima lo scorso anno e terza due anni fa. Il capoluogo lombardo abbassa i valori medi di NO2 a 21,7 microgrammi/mc (erano 23 nella passata edizione). Scende di poco la produzione di rifiuti ma sale ancora la percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata che passa dall’83,2% della passata edizione all’attuale 84,8% che vale per Mantova il quarto posto assoluto dietro a Ferrara, Pordenone e Treviso.

Raddoppiano quasi i passeggeri trasportati dal servizio di trasporto pubblico che salgono dai 36 viaggi/abitante annui della passata edizione agli attuali 66 che le valgono il terzo posto tra le piccole città. Più del triplo rispetto alla passata edizione il suolo destinato ai pedoni che si attesta sui 90,8 metri quadrati ogni 100 abitanti che significano per Mantova l’ottava piazza nella specifica graduatoria, mentre risulta addirittura prima assoluta per quel che concerne i metri quadrati ogni 100 abitanti di zone a traffico limitato con 1.729,5 mq/100 ab.

Al terzo posto si trova Pordenone, quinta due anni fa e settima lo scorso anno.

Quanto alle metropoli, Legambiente riferisce che anche per il 2023 i grandi centri faticano a rispondere alle emergenze urbane. Dallo smog (Torino, Milano, Bologna o Firenze), al traffico (Catania, Roma), alla difficoltà del sistema di Tpl (Roma, Catania), dai rifiuti (Palermo, Catania, Venezia, Firenze, Roma), alla dispersione di acqua potabile (Firenze, Catania, Bari), dal suolo consumato (Venezia), alla scarsa diffusione del solare termico e fotovoltaico (Napoli, Palermo, Torino, Roma) fino a chi fa fatica anche dove complessivamente le cose sembrano andare meglio come nella diffusione della ciclabilità (Napoli, Genova, Roma).

Quali soluzioni?

Ma quali sono, dunque, secondo Legambiente, le soluzioni da adottare per accelerare il processo di rivoluzione urbana?In primo luogo, sarebbe importante definire una strategia urbana nazionale e una cabina di regia che includa Governo, sindaci e comunità locali, Secondo poi, che si mettano in campo interventi lungimiranti e innovativi non più rimandabili, prevedendo risorse adeguate e non tagli.  Infine, che si replichino quelle buone pratiche già presenti sui territori e che Legambiente da 30 anni racconta anche con Ecosistema Urbano.

Le città – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – vanno ripensate come motori di un cambiamento capace di renderle vivibili e a misura umana, nonché laboratori fondamentali per il percorso di decarbonizzazione. Occorre infrastrutturarle, realizzando gli impianti industriali dell’economia circolare, riducendo le perdite nella rete di distribuzione dell’acqua, completando la rete di fognatura e depurazione delle acque reflue, facilitando la permeabilità del tessuto urbano alle acque piovane per adattarsi alla crisi climatica e ricaricare le falde, diffondendo le colonnine di ricarica elettrica negli spazi pubblici”.

Poi, guardando al futuro del Bel Paese, ha aggiunto:Nei prossimi anni l’Italia dovrà moltiplicare i cantieri della transizione ecologica in tutte le città del nostro Paese, tema al centro del XII° congresso nazionale di Legambiente che si terrà a Roma dal 1 al 3 dicembre 2023 e della nostra campagna itinerante in corso. Siamo in grado di farlo, ma serve quella volontà politica, a livello nazionale e locale, che è mancata finora e che anno dopo anno diventa sempre più urgente”.

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