Obesità: dal 1990 al 2022 quadruplicati i numeri, oggi le persone obese sono più di 1 miliardo

Superato il miliardo di persone obese nel mondo. L’allarme arriva da una ricerca pubblicata sul Lancet, che considera la variazione di peso di bambini, adolescenti ed adulti dal 1990 al 2022. In un arco temporale di tre decadi i numeri sono quadruplicati. Il rischio che le future generazioni siano molto più soggette a rischi cardiovascolari e ad altre patologie correlate all’eccesso di grasso nel corpo è concreto.

In occasione del 4 marzo, World Obesity Day (Giornata mondiale per prevenire l’obesità), i risultati resi noti dalla rivista scientifica inglese dovrebbero suggerire ai Governi di prestare la massima attenzione alla salute e agli stili di vita dei loro cittadini. Con ben 8 anni di anticipo rispetto alle previsioni, purtroppo, un ottavo della popolazione mondiale registra un accumulo patologico di grasso corporeo. Se oggi si contano 880 milioni adulti e 160 milioni tra bambini e adolescenti in condizioni di obesità, nel 1990, tanto per fare il paragone, gli obesi erano rispettivamente 195 e 31 milioni.

Lo studio pubblicato sul Lancet

La fotografia è stata scattata tenendo conto dei dati provenienti da 3.663 studi che hanno coinvolto 220 milioni di persone, di cui ben 63 milioni giovani, residenti in più di 190 Paesi. Un campione sicuramente significativo che ha prodotto un’enorme mole di dati. I più inquietanti sono inerenti al target di età compresa fra i 5 e i 19 anni, dove si registrano numeri moltiplicati ben quattro volte. Le minori obese sono passate dall’1,7% del 1990 al 6,9% del 2022, mentre i loro coetanei di sesso maschile hanno toccato quota 9,3%, quando 32 anni prima si attestavano al 2,1%.

obesità infantile
Le minori obese sono passate dall’1,7% del 1990 al 6,9% del 2022. I maschi under 19, invece, dal 2,1% al 9,3%.

L’obesità in età scolare e tra gli adulti

La prevalenza combinata magrezza – obesità è diminuita tra le ragazze in soli 5 Stati (3% del totale) e tra i ragazzi in 15 Paesi (8%). Al contrario, è aumentata significativamente tra le ragazze di 140 Nazioni (70%) e tra i ragazzi di 137 Paesi (69%).

Se l’obesità in età scolare sembra essere diffusa, anche tra gli adulti i numeri non sono per nulla incoraggianti. Dal 1990 al 2022, la prevalenza di sottopeso nel campione dai 19 anni in su è diminuita in 129 Paesi (65%) per le donne ed in 149 (75%) per gli uomini. Gli Stati con i più alti tassi combinati di sottopeso e obesità nel 2022 si trovano in Polinesia, nei Caraibi, nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Gli unici gruppi, invece, che hanno fatto registrare un aumento rilevante dei sottopeso sono state le donne del Giappone e della Corea del Sud. Oltre a queste due Nazioni, nel 2022, l’obesità si è attestata al di sotto del 5% nella popolazione femminile di Vietnam, Timor Est, Burundi, Madagascar ed Etiopia.

In 63 Nazioni (32%) per le donne e 49 (25%) per gli uomini non è stato notato né un aumento significativo degli indicatori né una diminuzione.

Obesità: un problema globale, non più solo dei Paesi occidentali o ricchi

I numeri e le rilevazioni non mentono: l’obesità non è più solo un problema dei Paesi occidentali o ricchi. Anzi, riguarda tutti ed è causa di preoccupazione globale. Se alcuni Stati a basso reddito, come la Polinesia, la Micronesia e le aree caraibiche e medio-orientali, oggi hanno percentuali maggiori di persone con eccessivo grasso corporeo, allora vuol dire che il sistema alimentare e lo stile di vita dei cittadini sono peggiorati in maniera incontrollata.

È chiaro, come ha riscontrato l’Organizzazione Mondiale della Sanità, molto interessata al report, che i rischi per la salute delle persone potrebbero seguire questa triste tendenza e quadruplicare nel prossimo futuro. Malattie cardiovascolari, diabete ed altre patologie, come alcune neoplasie strettamente connesse ad uno stile di vita sedentario e poco salutare, potrebbero manifestarsi precocemente.

Inoltre, avere dei bambini obesi vuol dire registrare un aumento dell’ipertensione, una maggiore resistenza all’insulina ed un numero minore di nuove nascite. Può sembrare strano ma c’è una correlazione tra l’infertilità e l’eccesso di grasso nel corpo. Molti studi hanno dimostrato una diminuzione della salute degli spermatozoi ed un aumento di sindromi da ovaio policistico ed endometriosi in coloro che possono essere considerati obesi.

Obesità, una pandemia silenziosa da contrastare

Contrastare quella che è stata definita come una pandemia silenziosa è possibile. Servono azioni concrete ed un impegno collettivo per cambiare abitudini, comportamenti quotidiani e stili di vita. Dalle politiche agricole a quelle sociali, passando per quelle sanitarie, per la sensibilizzazione e per l’accesso a cibi sani e nutrienti, ogni Stato deve impegnarsi a frenare il trend dell’obesità.

In occasione dell’assemblea dell’OMS del 2022, gli Stati membri avevano deciso di adottare una road map contenente degli interventi fino al 2030. Il problema è che dopo 2 anni solo una trentina di Stati ha mantenuto l’impegno, avviando azioni a sostegno di pratiche sane, come l’allattamento al seno, fin dal primo giorno di vita del bambino o della bambina; proponendo norme per l’attività fisica nelle scuole e per l’etichettatura nutrizionale; campagne di educazione, sensibilizzazione e prevenzione; attuando politiche fiscali e di prezzo per la promozione di diete sane, ma anche a carattere alimentare e nutrizionale nelle scuole, tra cui la regolamentazione della vendita di prodotti ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale; e l’integrazione dei servizi di prevenzione e gestione dell’obesità nell’assistenza sanitaria di base, riconoscendo di fatto l’obesità come una malattia a tal punto da essere inclusa nei cosiddetti LEA, ossia Livelli Essenziali di Assistenza.

La situazione in Italia

La situazione dei livelli di obesità sta migliorando in Spagna ed in Francia. Soprattutto nella popolazione femminile si registra una diminuzione dei casi. In Italia, invece, stando agli ultimi dati ISTAT, risalenti al 2021, il 36,1% degli adulti è in sovrappeso (43,9% degli uomini e 28.2% delle donne), mentre più di un individuo ogni 10 (11,5% della popolazione, di cui il 12,3% è di sesso maschile ed il 10,8% di sesso femminile) è obeso.

Il problema dell’accumulo di grasso è transgenerazionale anche lungo lo Stivale. Secondo il sistema di sorveglianza OKkio alla Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, interessa anche i giovanissimi. La sesta rilevazione, effettuata nel 2019, ha evidenziato che il 20,4% di un campione composto da 50.000 alunni delle classi terze delle scuole primarie (età: 8 e 9 anni) è in sovrappeso. Gli obesi, invece, sono il 9,4% (9,9% dei bambini e 8,8% delle bambine). Le ragioni che hanno il triste primato di studenti di 8 e 9 anni in sovrappeso sono Calabria (26,4%), Campania (25,4%) e Basilicata (24,3%). La Campania, poi, conta anche il 18,8% di bambini obesi. Leggermente più indietro nell’indice di obesità troviamo la Calabria (15,7%) e la Puglia (15,1%). Le più virtuose, infine, sono Valle d’Aosta (2,16% di bambini obesi) e le province autonome di Bolzano (3,2%) e Trento (4%).

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