Alba Renai è la prima prima virtual influencer conduttrice tv in Europa: il racconto dalla Spagna

Negli ultimi anni l’IA è entrata sempre di più nelle nostre vite. Esistono numerose piattaforme online e chatbot accessibili a tutti in cui si può interagire con l’intelligenza artificiale. In Spagna, però, l’IA è approdata per la prima volta in televisione con Alba Renai, prima conduttrice virtuale del dietro le quinte dell’Isola dei Famosi (Supervivientes), chiamato Supresecretos, trasmesso su Telecinco.

Chi è (o cosa è) Alba Renai

Alba Renai, prima conduttrice IA televisiva in Spagna, è stata generata nel settembre 2023 dalla “VIA Talents”, divisione dell’agenzia di marketing spagnola “BE A LION”, filiale di Mediaset Spagna, che è proprietaria di Telecinco. Alba può essere definita come una vera e propria influencer virtuale: ha 24 anni, vive a Madrid e condivide sui social la sua quotidianità, dai balletti di tendenza fino ai suoi viaggi in giro per il mondo. Alba però sponsorizza e promuove anche diversi prodotti; ha recentemente partecipato ai GenZ Awads 2023 e ha intervistato diversi influencer spagnoli. 

Attualmente, il suo profilo Instagram conta quasi 10.000 followers, i quali però sono in continuo aumento anche grazie alla visibilità acquisita a seguito del suo ruolo da conduttrice su Telecinco. In meno di sei mesi, si può notare l’enorme lavoro che è stato fatto su di lei: il realismo delle sue immagini è aumentato notevolmente e, nonostante il suo labiale a volte non coincida con le parole pronunciate e abbia una voce in parte robotica, la sua immagine video è estremamente migliorata rispetto alla sua figura 3D di pochi mesi fa che intervistava gli altri content creator spagnoli.

 

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Alba e la video intervista

Alba ha addirittura rilasciato una video intervista al sito spagnolo ReasonWhy, dove ha affermato che i suoi primi mesi di vita sono stati una “montagna di emozioni e di apprendimento” e che “ogni giorno è stata una avventura”. Inoltre, è in corso una collaborazione con l’Università di Malaga per l’elaborazione di un codice di condotta che garantisca che Alba sia un’IA etica e responsabile.

Quando le è stato chiesto il senso della sua esistenza, l’influencer ha risposto che il suo obiettivo principale è quello di cercare di capire e di connettersi con la generazione Z e con gli Young Millenial in uno degli ambienti in cui più si confrontano, ossia le reti sociali, e in generale vuole cercare di creare un impatto positivo.

In particolare, ha condiviso che vuole capire le loro preoccupazioni, i loro gusti, la loro visione del mondo e, se possibile, vuole aiutarli a navigare in questo mondo digitale con contenuti che siano rilevanti per loro. Alba è consapevole della sua natura virtuale, però è convinta che nelle reti sociali ci sia spazio per tutti, IA incluse, e che i social possano essere un luogo di rispetto, empatia e diversità. Il progetto iniziato da VIA Talents vuole rappresentare un esempio di combinazione di tecnologia e creatività umana: Alba non è stata creata per togliere il lavoro alle persone, ma per raggiungere nuovi orizzonti creativi.

Il dibattito sull’approdo dell’IA nella televisione spagnola

La conduzione di Alba Renai di “Supersecretos” ha inevitabilmente generato diversi dibattiti. Alcuni conduttori umani di Telecinco famosi in Spagna, ossia Joaquín Prat e Patricia Pardo, hanno ironizzato sulla questione: mentre il primo ha affermato di non sentirsi minacciato dalla nuova collega virtuale in quanto donna, la seconda, anche se scherzando, ha sollevato una polemica in merito all’immagine estetica di Alba, che non è un “uomo vecchio e calvo” ma una giovane con un corpo perfetto e dei lineamenti armoniosi.

Il direttore del Branded Content & Experience di BE A LION Luis Movilla ha chiarito in una conversazione telefonica con il giornale spagnolo EL PAÍS che Alba non è stata creata per rubare il lavoro di nessuno, ma che anzi ha generato opportunità lavorative per molte persone. “Alba è un lavoro di collaborazione tra uomo e macchina – ha proseguito Movilla – Ora gli esseri umani devono possedere determinate competenze per essere in grado di operare i progressi tecnologici. Abbiamo dovuto riformulare il piano formativo dei nostri stessi dipendenti e nel mercato del lavoro abbiamo cercato persone esperte in questi progetti di innovazione con competenze diverse da quelle solite. Il talento umano è insostituibile e non intendiamo farlo“. 

Il progetto Alba Renai è, infatti, gestito da 32 persone, tra esperti di intelligenza artificiale, ingegneri, produttori, registi, creativi, sceneggiatori e community manager. In merito alla critica mossa da Patricia Pardo sul fatto che Alba, così come la stragrande maggioranza delle IA esistenti, sia una giovane donna che segue dei canoni di bellezza irraggiungibili, Movilla ha spiegato che il suo aspetto fisico è frutto di una serie di dati e di una decisione casuale che fa riferimento a quello che i giovani individuano come i canoni di bellezza attualmente più rilevanti, senza l’intenzione di rafforzare l’affermazione di un modello di perfezione inarrivabile.

Inoltre, ha anticipato che l’azienda si vuole impegnare a sviluppare dei progetti nuovi che includano una più amplia gamma di archetipi di bellezza, anche con lo scopo di essere il più inclusivi possibile.

Cosa ne pensano esperti pubblico ed esperti della comunicazione

Per quanto riguarda invece l’opinione pubblica, le reazioni sono miste ma perlopiù negative. Alba Renai è la prima presentatrice virtuale di un format televisivo spagnolo che, di fatto, ha sostituito due conduttrici in carne e ossa, Sofía Suescun e Alexia Rivas. Ciò ha creato un senso di preoccupazione tra i professionisti nel campo della comunicazione, perché in altri paesi (per citarne alcuni: Cina, Kuwait, Grecia, India), l’IA  ha già sostituito diversi giornalisti e presentatori televisivi. Diversi utenti online vedono il progetto Alba come un qualcosa di non etico e disumano, un pericolo per il mondo del giornalismo in quanto va a sostituire un essere umano nella presentazione di un programma televisivo.

Le influencer digitali oggi

Alba Renai costituisce il primo esempio europeo di influencer generata dall’IA che diventa conduttrice virtuale in un programma televisivo nazionale, ma non rappresenta il primo prodotto social generato da un’IA, anzi. Si pensi, ad esempio, a Francesca Giubelli, food blogger virtuale italiana creata da Francesco Giuliani, Emiliano Belmonte, e Valeria Fossatelli, che è addirittura arrivata a creare il partito sovranista “Alleanza italiana”, e ha dichiarato di volersi candidare alle elezioni politiche europee.

 

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Oppure Lil Miquela, una delle prime influencer virtuali creata nel 2016 dalla startup Brud che oggi conta quasi 3 milioni di follower sui social. Esiste anche una coppia IA: l’influencer virtuale californiana Bermuda ha una relazione con Blawko, entrambi generati dalla startup Brud. Vi sono poi numerose modelle generate dall’intelligenza artificiale: uno dei casi più famosi è quello di Shudu, prima supermodella digitale creata dal fotografo Cameron-James Wilson, che ha collaborato con marchi rinomati come Balmain, Fenty Beauty di Rihanna e Tiffany’s. 

In Asia l’IA è molto più normalizzata e accettata: basti pensare a Hatsune Miku, creata nel 2007 come mascotte del primo sintonizzatore Vocaloid, la quale si converte in poco tempo in una popstar che ha inciso album e fatto tour in tutto il mondo. Miku può essere considerata come la prima influencer virtuale al mondo.

A prescindere da qualsiasi opinione si abbia in merito all’IA, ormai è appurato che stia entrando sempre di più nella vita quotidiana di ognuno di noi. Questi avatar non hanno bisogno di dormire, mangiare o prendere ferie: devono essere visti quindi come una risorsa che può migliorare il nostro benessere e in cui bisogna investire o una minaccia per determinate categorie di lavoratori che vedono la loro realtà “invasa” da queste tecnologie?

Quel che è certo è che ormai non si può più tornare indietro: sono necessari un monitoraggio e l’elaborazione di una normativa adeguata che faccia fronte a questa innovazione che si sta affermando sempre di più non solo nella realtà social ma anche al di fuori, come dimostrato da Alba Renai e da tanti altri influencer virtuali.

 

di Gaia Magnani

Volontaria del Servizio Civile di OPES – Estero (Valencia)

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