Torna il Niño dopo sette anni, l’Organizzazione meteorologica mondiale avverte: attese temperature record

Di anno in anno le estati diventano sempre più lunghe e torride. I mesi caldi del 2023 saranno interessati da temperature elevatissime e stando a quanto riferito dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), esiste la concreta possibilità che si vadano ad abbattere i record del 2015, 2016 e 2022. I fattori che alimentano tali cambiamenti climatici sono da ricercarsi nel surriscaldamento terrestre, causato dall’emissione sempre in aumento di gas serra, e dal ritorno del Niño, ovvero “l’onda calda” che eleva di diversi gradi le temperature dell’Oceano Pacifico e che torna dopo sette anni.

Anche il Mediterraneo sarà interessato dall’arrivo dell’onda calda e come spiega Petteri Taalas, segretario generale della WMO: “L’arrivo del Niño aumenterà di molto la probabilità di battere i record di temperatura e innescherà più caldo estremo in molte parti del mondo e degli oceani. Ci auguriamo che i governi si preparino a limitare gli impatti su salute, ecosistemi ed economie. Avvisi tempestivi e azioni preventive sono essenziali per salvare vite durante gli eventi meteorologici estremi”.

Niño e cambiamenti climatici: “I dati sono particolarmente preoccupanti”

La WMO spiega poi che, oltre a El Niño, gli ultimi studi effettuati hanno dimostrato che il globo ha registrato il secondo maggio più caldo di sempre secondo C3S (Copernicus Climate Change Service – UE) e il terzo più caldo secondo NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration – USA) e la causa non è naturale. In un lungo articolo, condiviso sul proprio sito web, l’Organizzazione specifica quanto le emissioni di CO2 stiano determinando uno scenario preoccupante per la salute del Pianeta e dei suoi abitanti. Determinazioni che trovano riscontro anche nelle immagini catturate e recentemente diffuse dalla NASA in merito alla presenza di CO2 nell’atmosfera (per approfondire clicca qui).

Ad ogni modo, la WMO specifica che: “il cambiamento climatico continuerà ad accelerare, i livelli di gas serra che intrappolano il calore hanno raggiunto nuovi record”. L’Organizzazione riporta un esempio pratico che riguarda le Hawaii: “i livelli di anidride carbonica misurati dall’Osservatorio Mauna Loa del NOAA (stazione di monitoraggio di riferimento nella rete Global Atmosphere Watch di WMO) alle Hawaii hanno raggiunto il picco di 424 parti per milione a maggio, continuando una costante ascesa in un territorio che non si vedeva da milioni di anni”.

Sul piano globale i livelli di anidride carbonica sono ora superiori di oltre il 50% rispetto a prima dell’inizio dell’era industriale. Dati ritenuti particolarmente preoccupanti, se si considera che la vita della CO2 nell’atmosfera dura per molti decenni.

L’WMO, aggiunge inoltre che unirà le misurazioni delle stazioni di tutto il mondo per pubblicare il Bollettino sui gas serra del 2023 in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, COP28, negli Emirati Arabi Uniti.

L’iniziativa dei Paesi Bassi

Tra le conseguenze del caldo torrido e dell’esposizione ai raggi ultravioletti c’è l’aumento di tumori alla pelle. Solo uno dei numerosi effetti negativi di un clima provante e dannoso. Nei Paesi Bassi per contrastare il fenomeno è stata avviata una campagna che prevede l’installazione di dispenser gratuiti di crema solare. Anzi, laddove vi erano già posizionati dispenser di igienizzante (montanti durante la pandemia) questi verranno convertiti in erogatori di crema solare. Dunque, un’iniziativa anche ecologica.

A fornire i distributori sarà l’ospedale di Venlo-Venray, in collaborazione con la Società Olandese contro il Cancro KWF, l’assicuratore VGZ e vari comuni aderenti.

L’aumento dei tumori della pelle coinvolge anche il Bel Paese. Basti pensare che gli ultimi dati Airtum raccontano di un aumento pari a 15 mila casi l’anno (con una media di 2 mila decessi). Resta quindi di fondamentale importanza adottare delle misure di sicurezza per proteggere la pelle e la propria salute.

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