Scuole aperte anche l’estate: utopia o realtà? 

Da diversi anni si paventa la possibilità di lasciare aperte le scuole anche nel periodo estivo. Numerose sono state le proposte, ma l’obiettivo non è ancora stato centrato. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente ricordato a La Stampa che non è poi così remota la possibilità che invece le scuole restino aperte anche durante l’estate.

La proposta del Ministro dell’Istruzione e del merito

L’idea del Ministro Valditara sarebbe quella di promuovere attività formative finalizzate a sostenere gli alunni per consentirgli di ampliare le proprie competenze, ma anche di sostenerli in un percorso di recupero laddove abbiano avuto carenze durante il corso dell’anno. Va tenuto a mente che questa proposta non prevede un’adesione obbligatoria da parte delle scuole, bensì si tratta di una partecipazione su base volontaria. 

Il piano elaborato dal Ministro non partirebbe da tutte le iniziative già in essere (Valditara, sul tema, informa che le scuole che hanno svolto attività durante il periodo estivo sono così distribuite: 54% al Sud; 7% in Abruzzo, Molise e Sardegna; 39% al Centro-Nord). 

Tali iniziative, inoltre, dovrebbero essere maggiormente sviluppate nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, in modo da fornire maggiore sostegno anche ai genitori, vista la giovane età degli alunni. 

Sulla carta il progetto stilato sembrerebbe perfetto, ma ci sono varie criticità da prendere in esame. Prima fra tutte, sicuramente, la mancanza di aria condizionata nella maggior parte delle scuole, che non consentirebbe un ambiente vivibile nei mesi estivi per via delle temperature elevate. Altri ostacoli sono legati alla gestione dei calendari scolastici che non coinvolgono solo i ragazzi ma anche tutti gli insegnanti e il personale ATA. 

Il parere sulle scuole aperte d’estate di un’insegnante

Abbiamo sentito cosa ne pensa a riguardo una giovane insegnante, G.G. di 25 anni, di cui riportiamo solo le iniziali per una questione di privacy, impiegata in una scuola primaria paritaria di Roma. La docente ci ha quindi riferito: 

Personalmente non credo che sia una buona idea: non ci sono i presupposti per poter apportare un cambiamento del genere ad un intero sistema scolastico, visto che, ora come ora, i bambini arrivano stanchi già a metà maggio. Il sistema scolastico italiano funziona in maniera ciclica, ha un suo inizio e una sua fine. Se non si interrompe, i bambini non percepirebbero l’inizio di un nuovo anno scolastico. Non deve passare l’idea che sia solo un problema legato alla mancanza di aria condizionata nelle scuole.

Anche in presenza di questa, infatti, risulterebbe impossibile far semplicemente uscire in giardino i bambini per farli giocare, a causa del troppo caldo. Non dico che sia un cambiamento impossibile da attuare, ma prima di metterlo in atto va sicuramente studiato un piano che preveda più pause durante l’anno, considerando sia le esigenze degli alunni, ma anche quelle di noi insegnanti e di tutto il personale che lavora all’interno delle scuole.”

La petizione dei genitori su Change.org

Nel frattempo, Weworld e Mammedimerda hanno lanciato una petizione su Change.org con l’obiettivo di raccogliere 25.000 firme; ad oggi ne sono arrivate 18.000. L’argomento della petizione è a favore della proposta del Ministro Valditara, ma non completamente. Infatti, mentre, il Ministro vorrebbe aggiungere giorni al calendario scolastico, i genitori proponenti e firmatari, d’accordo  con l’apertura delle strutture nel periodo estivo, auspicherebbero che questo prolungamento dell’anno scolastico sia calibrato in maniera tale da non superare il limite dei 200 giorni previsti dall’ordinamento scolastico. 

Questi mesi saranno decisivi per la messa in atto della proposta, dunque. Resterà un’utopia o effettivamente l’estate prossima i ragazzi la passeranno tra i banchi di scuola? 

 

di Sara Ciarcià,

Volontaria Servizio Civile

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