Europei 2032, la sfida dell’Italia per rinnovarsi non solo nello sport

A distanza di 42 anni, l’Italia potrebbe vivere altre Notti Magiche. Dal Mondiale del 1990 agli Europei del 2032. Tutta la Nazione sogna di ospitare la massima manifestazione continentale per dare vita ad una nuova epoca di rinnovamento non solo sportivo, ma anche sociale, culturale, artistico, turistico, ambientale ed infrastrutturale. Non a caso, il Presidente della FIGC Gabriele Gravina ha spiegato che il dossier in mano all’UEFA è ispirato ad un secondo rinascimento.

Italia o Turchia? Chi ospiterà l’edizione del 2032

Il prossimo 10 ottobre, quando si riunirà il Comitato esecutivo del massimo organismo che governa il calcio nel Vecchio Continente, si conoscerà la decisione finale. Il pericolo numero 1 per il nostro Paese arriva da oriente. La Turchia, infatti, si è candidata ad accogliere uno degli Europei previsti nel 2028 o nel 2032. Sullo sfondo c’è un terzo incomodo: la Russia. Nonostante la situazione geopolitica ed il conflitto aperto in Ucraina, Mosca, così come Istanbul, ha inviato a Nyon la domanda per diventare il Paese ospitante degli Europei, dopo l’edizione tedesca (2024) o al massimo dopo altri 4 anni.

La partita finale sarà tra la nostra Federazione e quella della mezza luna, visto che, con ogni probabilità, l’edizione del 2028 dovrebbe essere assegnata alle Federazioni calcistiche di Inghilterra, Irlanda del Nord, Repubblica d’Irlanda, Scozia e Galles. L’Italia spera che il dossier vincente sia il suo, ma intanto il Paese non può rimanere immobile.

 

Abodi: “Con o senza Europei, il renderemo moderno il Paese e miglioreremo le infrastrutture sportive”

Qualunque sia la decisione dell’UEFA ad ottobre, il progetto 2032 dovrà andare avanti – ha dichiarato a risorse.news il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, a margine della cerimonia di assegnazione della IX Edizione del Premio Città di Roma di OPES -. Ci auguriamo di aver dato tutte le assicurazioni, rassicurazioni e garanzie, affinché il dossier italiano possa essere considerato vincente, ma è evidente che qualunque sia il destino dell’Euro2032, dovremmo strutturare, qualificare e praticare quell’agenda perché è un impegno che ci siamo assunti per rendere moderno il Paese, anche attraverso il miglioramento delle strutture sportive e calcistiche”.

Andrea Abodi
Il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, alla IX Edizione del Premio Città di Roma di OPES

Gli stadi designati dalla Federazione a diventare i teatri dell’Europeo 2032 sono 10. Rispetto ad Italia’90, non sono presenti la modernissima arena di Udine e quella di Palermo. Quello che è certo è che la gran parte degli impianti, ad eccezione dello Stadium di Torino e del progetto di Cagliari, necessiterà di ritocchi e di restyling dal punto di vista strutturale e dell’efficientamento energetico. La logica che guiderà i lavori sarà quella della sostenibilità, tanto in termini economici quanto dal lato ambientale. Gli stadi saranno fruibili tutti i giorni, saranno altresì green, visto che potrebbero diventare delle comunità energetiche, ed accessibili.

Abodi: “Vogliamo impianti sportivi che rispettino l’ambiente e che siano accessibili a tutti”

È evidente che come un tempo si parlava di stadi aperti tutti i giorni, ora dobbiamo fare in modo che ogni impianto testimoni la linea di indirizzo del Paese, sia nel rispetto dell’ambiente sia nel rispetto della persona – ha aggiunto il Ministro Abodi -. Vorrei che ogni struttura sportiva diventasse una comunità energetica e che ci fosse una cultura del risparmio dell’acqua, della raccolta dei rifiuti, dell’utilizzo di materiali riciclabili. Allo stesso tempo, c’è l’auspicio che tutti gli stadi siano finalmente accessibili ad ogni forma di disabilità. È un fatto di civiltà, oltre che di modernità. Questo rappresenta un obiettivo da raggiungere, con o senza gli Europei del 2032”.

Andrea Abodi, Ministro per lo Sport
L’intervento del Ministro Abodi al Premio Città di Roma di OPES

La sfida ad ospitare l’Europeo è stata lanciata, ma la vera vittoria sarà rendere la Nazione più competitiva. Sotto ogni punto di vista, anche sul piano delle infrastrutture sportive.

Il tema delle sfide è centrale nella nostra azione di Governo – ha concluso il Ministro Abodi -. Non ci accontentiamo delle consuetudini, ma lanciamo sfide per rendere l’Italia più competitiva, dignitosa ed autorevole”.

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