Guarda il video servizio sull’incontro tra Sami Modiano ed il mondo dello sport, tenutosi ad Ostia lunedì 16 giugno
Un incontro che, riprendendo le parole del Ministro Abodi, ha allenato le coscienze. Lunedì 16 giugno, ad Ostia, il mondo dello sport, rappresentato da giovani atleti e dirigenti, ha incontrato Sami Modiano, un superstite dell’Olocausto. L’iniziativa dà continuità ai Viaggi della Memoria inaugurati dal Ministro per lo Sport e i Giovani nel 2024.
La forza di tenere viva la memoria
“Sono felicissimo di aver dato qualcosa a questi ragazzi”. Così Sami Modiano, un testimone vivente dell’Olocausto, al termine dell’incontro con volontari del Servizio civile Universale, giovani atleti e rappresentanti del mondo dello sport che hanno riempito la sala conferenze del polo natatorio di Ostia per ascoltarlo. Un’iniziativa che si riallaccia e dà continuità ai Viaggi della Memoria inaugurati dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, nel 2024.
Nato il 18 luglio 1930, Sami Modiano ha ripercorso con fermezza, lucidità, dolore e sofferenza la sua infanzia a Rodi, la deportazione dall’isola del Mar Egeo al campo di Auschwitz-Birkenau e l’orrore e la disumanità della prigionia. Ha ricordato l’amico Piero Terracina, cui è dedicato il libro “Così siamo diventati fratelli”, scritto dallo stesso Modiano con Marco Caviglia, ma anche quelle persone e quei famigliari, in primis il padre e la sorella, che in quella macchina abominevole ed infernale di Auschwitz trovarono la morte.
Nomi, immagini mentali ed episodi che hanno lasciato un segno indelebile nella sua vita e in coloro che, con attenzione, partecipazione emotiva ed empatia, lo hanno ascoltato. E pensare che per 60 anni Modiano non ha voluto proferir alcuna parola sulla sua storia per paura di non essere creduto. Soltanto nel 2005, grazie anche ad un input di Terracina, è riuscito a trovare la forza. Da allora, la sua missione è ragguagliare le giovani generazioni su quell’inferno che lui stesso ha visto e vissuto e sulle conseguenze di una società che non contempla il rispetto, la tolleranza e le differenze.
Sami Modiano: “Non volevo parlare, ma poi ho capito che era necessario che anche io facessi la la mia parte”
“La forza – ha raccontato Sami Modiano ai giornalisti – è qualche cosa che deriva dalla promessa che ho fatto a tutte quelle persone innocenti che sono state deportate ed uccise. Perché questi occhi che lei vede, li ha visti, hanno visto delle cose atroci, che lei non può capire, non può crederci. Queste cose non si dimenticano“.
“Io, a dir la verità, non volevo parlare – ha ammesso Modiano -, ma poi ho capito che era necessario che anche io facessi la la mia parte. Quando ho capito che dovevo rompere il mio silenzio, ho deciso di farlo fin quando ne avrò la forza. Non è stato facile, lo vedete. Soffro, perché ripartono quelle immagini che io ho archiviato nel mio cervello. Non posso cancellare tutte quelle cose che ho visto“.
Abodi: “Appuntamenti come questo servono affinché poi qualcuno possa raccogliere il testimone”
Cancellare le atrocità della storia non è possibile. Evitare che il tempo offuschi il ricordo e che gli errori del passato possano essere nuovamente commessi, invece, è un dovere morale. Un impegno ed una responsabilità che l’opinione pubblica deve assumersi per rispetto di chi ha perso la vita nei campi di sterminio e pure verso le future generazioni.
“Occasione e appuntamenti come questo – ha riferito il Ministro Abodi – servono perché qualcuno poi sappia raccogliere il testimone, sapendo che in questa staffetta, che non dovrebbe finire mai, si rischia di perdere qualcosa della testimonianza diretta. È il senso dell’ultimo libro che Sami Modiano ha scritto e che comunque ricorda e ricorderà l’essenza non soltanto di quel viaggio, ma di quel dramma collettivo che ha coinvolto, colpito e umiliato una comunità di milioni di persone. Se questo non è abbastanza per comprendere quanto dobbiamo far tesoro del passato, vuol dire che siamo ancora molto indietro. Io sono invece fiducioso che, grazie a questi occasioni, si possa moltiplicare l’effetto“.
Se per il Ministro Abodi l’evento di Ostia può essere definito come un allenamento della coscienza, per Sami Modiano è stata un’altra occasione per narrare la sua testimonianza e rinsaldare il ricordo di chi da Auschwitz non è più tornato e di chi con la memoria è rimasto ancora là.
“A me dicono, per esempio, sei uscito vivo da quell’inferno – ha sottolineato Sami Modiano a margine dell’incontro -. No, assolutamente, sono ancora là. Quando sono vicino a loro, ai giovani, trovo la spinta, questa voglia di comunicare e di ribadire che ciò che ho visto e vissuto non deve succedere mai, mai, mai più“.