Guarda il video servizio
L’eco delle parole rilasciate da Luca Pancalli e da Suor Alessandra Smerilli alla LUMSA, in occasione del convegno “Lo sport paralimpico generatore di speranza”, continua a risuonare e a propagarsi. A distanza di giorni, insomma, il dialogo tra il presidente del CIP e l’economista, organizzato dalla Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport ed inserito all’interno del programma di eventi del Giubileo 2025 – Pellegrini di Speranza, è ancora vivo.
Nonostante i ruoli e gli ambiti d’intervento siano profondamente diversi, i due protagonisti si sono riconosciuti in un concetto comune. Anzi, lo hanno difeso e coltivato. Come fosse una pianta da far germogliare e crescere, lo hanno nutrito e annaffiato con le loro testimonianze.
“Entrambi mettono la persona al centro – ha evidenziato Daniele Pasquini, Presidente della Fondazione che lo scorso 16 aprile, all’interno del Salone d’Onore del CONI, ha ricevuto il Premio Città di Roma – XI edizione -. Luca Pancalli lo ha ribadito nella sua visione. Un atleta è una persona che non ha dei limiti, ma dei talenti da sviluppare.
Suor Alessandra, da economista e da portavoce della tanto cara economia dell’ecologia integrale di Papa Francesco, ci insegna come al centro dell’economia non c’è il mercato, con i suoi meccanismi che a volte invece diventano devastanti, ma la persona. Quindi, questa comune visione del mettere al centro la persona, tanto nello sport quanto nella società e nell’economia, ha creato questo terreno proficuo per un dialogo“.

Dalla persona al centro allo sport per tutti
Se la persona al centro di ogni iniziativa o politica sportiva può essere considerata come la locomotiva che ha trainato il dialogo tra Luca Pancalli e Suor Alessandra Smerilli, la valorizzazione della funzione sociale e pedagogica della sport è accostabile al primo vagone. Il convoglio di pensieri, concetti e parole, che lo scorso 28 aprile ha fatto tappa alla LUMSA, in realtà ha inaugurato il suo primo viaggio nel settembre 2022. La stazione di partenza può essere rintracciata nel summit internazionale Sport For All, tenutosi in Vaticano alla presenza di Papa Francesco.
“È un concetto che poi non occorre solo enunciare – ha commentato Pasquini, riferendosi al summit voluto da Papa Francesco -, ma poi bisogna praticare. Dire che è per tutti significa assumersi delle responsabilità e un impegno, affinché tutte le persone abbiano accesso alla pratica sportiva. Non parliamo solo di un’accessibilità all’impiantistica o di tipo economico, ma il riferimento è anche all’eliminazione di tante barriere culturali. Pensiamo a quante donne nel mondo non possono praticarlo o agli immigrati in un paese che non conoscono o anche ai detenuti, è un diritto anche per loro praticare l’attività sportiva.
Il lavoro da fare è molto. Lo sport deve essere pure a misura di ciascuno. Pertanto, è doveroso cercare di declinarlo per ogni fascia di età e per ogni capacità. Che non significa semplicemente abilità, ma vuol dire che tutti devono poter divertirsi nel praticare la loro disciplina“.
L’importanza di non perdere il valore ludico ed educativo
Coeso, accessibile e a misura di ogni cittadino. Sono queste le tre caratteristiche che hanno accompagnato il summit internazionale del 2022 e la definizione di Sport per tutti. Oggi, la Fondazione declina l’ultimo attributo in funzione dei giovani. Gli adolescenti sono la fascia della popolazione che più di tutte abbandona la pratica sportiva, a causa soprattutto della competitività esasperata, della ricerca dell’eccellenza e di una logica risultatista che eclissa l’aspetto ludico e sociale di una disciplina.
Compito delle iniziative e dei progetti promossi dell’Istituto fondato nel 2008, con l’intento di seguire i principi e gli indirizzi di Papa Giovanni Paolo II, è quello di fermare l’emorragia da drop out, concentrando ogni sforzo ed intervento sull’aspetto educativo della pratica sportiva.
“Se lo sport – ha concluso Pasquini – riuscirà a restare ancorato a questa logica educativa, che io definisco come logica della generatività, ovvero in grado di far generare futuro, speranza e comunità, allora potrà continuare a dare un contributo al mondo di oggi. La Fondazione vuole creare le condizioni affinché il terreno sociale sia fertile dal punto di vista culturale“.