Un’estate interessante per lo sport italiano; un periodo in cui gli atleti azzurri hanno scritto e stanno scrivendo pagine indimenticabili.
Dalle piste di atletica di Madrid ai parquet del Pireo, fino ai campi verdi di Wimbledon, l’Italia sta brillando, conquistando successi, e non, che vanno oltre il semplice risultato sportivo.
Gli azzurri dell’atletica sul tetto d’Europa
In una storica dimostrazione di forza e determinazione, l’Italia dell’atletica ha bissato il trionfo di Chorzow del 2023, incoronandosi nuovamente regina d’Europa durante i Campionati Europei a Squadre 2025 a Madrid.
La capitale spagnola è stata teatro di tre giorni di competizioni sportive mozzafiato, dove la nazionale italiana ha primeggiato su 16 nazioni di prima divisione, accumulando un totale di 431,5 punti, superando i 405,5 della Polonia e i 397 della Germania.
Un successo frutto di una splendida prestazione collettiva, con gli azzurri che hanno conquistato ben 13 podi e si sono classificati tra i primi otto in 30 delle 37 gare in programma.
Tra le perle di questa storica vittoria spiccano le affermazioni di Leonardo Fabbri nel getto del peso (21.68m), di Nadia Battocletti nei 5.000m e di Larissa Iapichino nel salto in lungo (6.92m). Quest’ultima decisiva nell’ultima giornata di gare, insieme al secondo posto di Fausto Desalu nei 200 metri e al nuovo record italiano della staffetta 4x400m mista.
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Un trionfo che conferma l’energia e la fermezza di un movimento atletico italiano in costante crescita, come sottolineato dal presidente della FIDAL, Stefano Mei, che oltre ad elogiare la compattezza del team e i tanti buoni risultati ottenuti ha ribadito: “L’atletica traina tutto lo sport italiano” (come riportato sul sito della Federazione).
La vittoria azzurra ha assunto un valore ancora più forte perché la squadra è riuscita a vincere anche senza alcuni dei suoi atleti più forti.
Non c’erano, per esempio, Marcell Jacobs, reduce da una prestazione non brillante a Turku, dopo la quale ha scelto di non partecipare, e Gianmarco Tamberi, il campione che due anni fa aveva alzato la coppa, ancora impegnato nel recupero della forma fisica migliore. Anche Andy Diaz (triplista) ha dovuto rinunciare per problemi fisici e, infine, l’astista Roberta Bruni è stata costretta al forfait.
Tutti i ragazzi hanno dimostrato di essere uniti, di voler lottare e fare sacrifici uno per l’altro. Un esempio chiaro è stato Lorenzo Patta: si è fatto male durante i 100 metri, ma ha voluto finire la gara per dare un punto prezioso alla squadra.
Basket femminile: il podio che mancava da trent’anni
La settimana sportiva azzurra si è tinta anche di bronzo con un successo che entra di diritto negli annali della pallacanestro femminile italiana.
Al Pireo, le azzurre di coach Andrea Capobianco hanno conquistato una medaglia al Campionato Europeo che mancava da ben trent’anni, da quell’argento di Brno del 1995. Non un semplice podio, ma un’autentica impresa, incorniciata da una vittoria netta e dominante per 69-54 contro le vicecampionesse olimpiche della Francia nella finalina per il terzo posto.
Un trionfo di squadra, costruito con tenacia e dedizione, che ha visto spiccare Cecilia Zandalasini, miglior marcatrice con 20 punti e ora oltre quota 1000 in azzurro, affiancata in doppia cifra da Costanza Verona e Lorela Cubaj.
Tale medaglia, la quarta nella storia della Nazionale (dopo l’oro del 1938 e i bronzi del 1974 e 1975), non solo riconferma l’Italia ai vertici continentali, ma apre anche le porte al torneo pre-Mondiale di marzo 2026. Un risultato sportivo che ripaga il grande lavoro di un gruppo giovane e affiatato e che promette un futuro brillante per l’Italbasket.
L’oro è stato conquistato successivamente dal Belgio, che ha quindi confermato il proprio titolo. Al ‘Peace and Friendship Stadium’ de Il Pireo, le belghe, che in semifinale avevano superato l’Italia, si sono imposte in rimonta sulla Spagna con un 67-65 finale.
Fognini incanta Wimbledon e si prepara all’addio
A 38 anni, eppure con l’energia di un ventenne, Fabio Fognini ha incantato ancora una volta il pubblico di Wimbledon. L’ovazione sul Campo Centrale, che ancora risuona nell’aria, è il giusto tributo a una partita straordinaria in cui ha spinto al quinto set Carlos Alcaraz, numero due del mondo, campione in carica ed estimatore dell’avversario, tanto da arrivare a dire che potrebbe “giocare fino a 50 anni“. Con questo match mozzafiato, durato oltre quattro ore e mezza e forse l’ultimo sul “sacro prato” inglese per Fognini, l’atleta nostrano ha messo in chiaro, se non fossero bastati gli anni di carriera, il suo enorme valore.
Nonostante un carattere spesso imprevedibile, Fognini è stato un pilastro fondamentale per il tennis italiano. Lo si può considerare un vero e proprio pioniere del rinascimento azzurro, una guida e un punto di riferimento soprattutto nei periodi in cui il tennis italiano faticava. Oggi, ha lasciato una traccia luminosa per i suoi successori, come Jannik Sinner e Matteo Berrettini, che continuano a vederlo come un esempio da seguire.
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Con l’ultima prestazione degna di nota, che passerà come una delle sue sconfitte più belle, Fognini ha lasciato intendere che l’addio è vicino. “Penso che non ci potesse essere miglior congedo possibile da Wimbledon, e forse dal tennis”, ha confessato a caldo, ricalcando le orme della moglie Flavia Pennetta, che nel 2015 annunciò il ritiro dopo la vittoria agli US Open.
Se davvero questa è stata la sua ultima esibizione sui campi più importanti, il tennis italiano e mondiale perderanno tantissimo, sia per la qualità del gioco che per le emozioni sportive che solo un campione come lui sapeva regalare.
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